Ci
svegliamo prestissimo, ci prepariamo un buon caffé caldo e subito issiamo
l'ancora, constatando che la "Cosmo-Lampada" funziona
perfettamente... è infatti spenta. Stiamo rispettando alla grande la nostra
tabella di marcia, la meteo - incredibile ma vero - è favorevole e vogliamo
percorrere più miglia possibili verso sud.
Prima
di metterci in rotta, facciamo un giretto nella baia per fotografare e
riprendere il paesino di Arbatax e la sua bellissima chiesetta. Riprendiamo la
diga foranea, la lanterna rossa. Costeggiamo il molo e ci soffermiamo ad
ammirare le incredibili formazioni rocciose, di un rosso accesissimo alla luce
del sole che sorge, i massi giganti che sembrano stati scagliati con violenza da
ciclopi mitologici.
Alla nostra poppa lasciamo l'Isola dell'Ogliastra e le sue rocce a forma di gemma, a prua incontriamo ancora rossi pinnacoli appuntiti e massi levigati in posizioni di incredibile equilibrio sulle scogliere a picco sul mare. Il mare è una piatta totale e non appena scapoliamo Capo Bellavista, ci ritroviamo immersi nell'ormai consueto ed affascinante paesaggio di questa parte di Sardegna: brullo, selvaggio, rosso. Spiagge chilometriche infinite, qualche ombrellone qua e là, un mare trasparente e le barche che si contano sulle dita di una mano sola.
Ricordiamo per un attimo le nostre numerose esperienze in Costa Smeralda: le guerre sanguinose per un ormeggio in rada, le snervanti attese per un salatissimo posto barca in marina, le code da neuro-deliri per un tavolo al ristorante, l'affollamento da tangenziale, la maleducazione diffusa, la mancanza di rispetto... il tutto a costi esorbitanti e, alcune volte, irragionevoli. Perchè ? Ok, quella zona è di incomparabile bellezza, ma qui non è poi così diverso: forse ci sono meno servizi, forse meno strutture, o più semplicemente non è glamour o non è di moda. Il fatto è che noi ne rimaniamo innamorati: ogni metro di costa meriterebbe una giornata di visita, ogni capo, ogni baia, ogni spiaggia, ogni insenatura.
Continuando ad ammirare questa natura incontaminata, ci mettiamo in rotta volgendo la prua su Villasimius. La mattinata prosegue calda e tranquilla: mare piatto, vento inesistente, cielo terso ed azzurro. Procediamo a motore verso Punta Su Mastixi. Una volta superato il capo, mentre ci dirigiamo verso Capo Sferracavallo, fa la sua comparsa una timida brezzolina da SW, talmente timida che il pensiero di alzare anche una sola vela non ci sfiora neppure... e poi ci arriverebbe sul muso.
Una volta superato Capo Sferracavallo, puntiamo dritti su Capo Palmieri, mentre il SW si attesta sui 9-10 nodi. Passiamo anche Capo Palmieri e ritroviamo la calma piatta. Dirigiamo Y2K un pò più vicino la terra per poter costeggiare ed ammirare lo splendido paesaggio circostante.
Superiamo Capo San Lorenzo, navighiamo verso Porto Corallo. Sempre calma piatta.
Passiamo Punta Tramatzu, lasciamo Porto Corallo ed
ammiriamo la foce del fiume Flumendosa. Qui davvero ogni ridosso ed ogni metro
di costa meriterebbe una sosta di un giorno, probabilmente non basterebbero due
mesi per una visita soddisfacente.
Proseguiamo avvicinandoci a Capo Ferrato. Qui ricompare il venticello da SW, ci accorgeremo presto di trovarci nella tipica quiete prima della tempesta ! Scapoliamo il capo e... ci troviamo un potentissimo Libeccio, sparato sul naso, che soffia con raffiche fino a 27 nodi ! Rimaniamo interdetti: la cosa più incredibile non è tanto il repentino aumento del vento, tantomeno la totale assenza di mare, ma il tremendo calore delle raffiche ! Ogni volta che la costa si abbassa in una gola, una raffica violenta e caldissima ci investe, come se il solito ciclope abbia acceso un gigantesco fon e ce lo abbia puntato contro. Il vento, inoltre, è secchissimo ! In breve ci si seccano le labbra e la gola, ci ritroviamo a bere continuamente litri di acqua.
Y2K
procede contro le raffiche che scendono dalle montagne e che mano a mano si
fanno violentissime. E' inutile alzare le vele in queste condizioni: siamo
vicini alla meta, il vento ci arriva di muso, dobbiamo bordeggiare, per non
parlare del fatto di dover prendere subito una mano di terzaroli ad entrambe le
vele. Continuiamo a motore perdendo mezzo nodo rispetto alla nostra velocità di
crociera a causa del vento: in Mediterraneo non c'era mai successo fino ad ora.
Il Libeccio è tesissimo, ormai le raffiche sono sui 30 nodi ed ogni tanto ci
becchiamo pure una spolveratina di sabbia pungente trasportata dal vento.
Indossiamo rigorosamente gli occhiali da sole. Le creste delle ondine ripide che
si abbattono sulla prua di Y2K si nebulizzano e ci investono di spruzzi
salmastri. Le ignoriamo, fa talmente caldo che non facciamo in tempo a bagnarci.
Ci avviciniamo a Punta Molentis, alla nostra sinistra avvistiamo la stupenda Isola della Serpentara ed i suoi Variglioni, nonchè vietatissima riserva marina. Dobbiamo rimanere a circa 1 miglio di distanza dalle sue coste. Passiamo fra Punta Molentis e la Serpentara navigando sempre contro il violentissimo Libeccio. Finalmente scorgiamo Capo Carbonara e l'Isola dei Cavoli. La nostra intenzione iniziale era quella di sostare nel marina di Villasimius, ma date le attuali condizioni meteo e dopo una consultazione del portolano e delle carte, cambiamo idea. Il porto è al di là di Capo Carbonara, nel Golfo di Carbonara, la traversia è il Libeccio. Dobbiamo passare fra il Capo e l'Isola dei Cavoli, navigando su un fondale tempestato di scogli affioranti con il mare sicuramente formato dato che il ridosso è rappresentato appunto da Capo Carbonara. Accantoniamo l'idea di avvicinarci al marina, decidiamo invece di dirigerci verso la baia che si trova nella posizione speculare: Porto Giunco.
Mentre ci avviciniamo al golfo, ascoltiamo il bollettino meteo aggiornato: la pacchia è finita, una profonda depressione atlantica ha "sfondato" l'Anticiclone Africano che sta tenendo al sud, ma cedendo al centro-nord. Su Bonifacio è già arrivato un forte Maestrale che non promette nulla di buono. Il Libeccio presente sulla nostra zona altro non è che una rotazione del vento proveniente da Nord-ovest. L'Anticiclone delle Azzorre non sta entrando perchè si trova in una posizione anomala sull'Atlantico... ma guarda un pò! Una novità assoluta!
Entriamo nel golfo e ci avviciniamo alla costa. La baia di Porto Giunco è a forma di mezzaluna, delimitata da una lunghissima spiaggia bianca. Ci dirigiamo verso sinistra, ove pensiamo di essere un pò più ridossati dal Libeccio. Scorgiamo altre imbarcazioni in rada e cominciamo ad aguzzare la vista per trovarci un posticino adeguato. Intorno a noi il mare assume un tono di un brillante color turchese. Finalmente troviamo il posto giusto, lo puntiamo e continuiamo il nostro avvicinamento. Uno strano bagliore ci investe dal basso, ci guardiamo attorno... Y2K sembra galleggiare a mezz'aria nel bel mezzo di una gigantesca piscina ! Il mare è di un'impossibile limpidezza e mano a mano che ci avviciniamo alla riva facciamo sempre più fatica a descrivere il colore dell'acqua.
Alle 15:00 diamo fondo in 4 metri di fondale sabbioso, filiamo 25 metri di catena, facciamo agguantare bene la nostra bruce, aspettiamo che Y2K si sistemi e controlliamo la situazione prima di lasciarci coinvolgere dal paesaggio che ci circonda. Siamo piuttosto ridossati dal SW, si sta bene e le raffiche non sono più violente. Ci sembra un ottimo posto dove trascorrere la notte nella speranza di un cedimento del vento che ci permetta di raggiungere il marina senza troppe complicazioni.
Una volta sistemati, possiamo rilassarci. Il Tattico pare gradire molto il luogo e si posiziona sotto lo sprayhood, intenzionato a non farsi disturbare a tempo indeterminato, noi non riusciamo più a resistere e ci tuffiamo in acqua. Una volta in mare, ci rendiamo conto che la trasparenza dell'acqua è ancora più di quella che pensavamo. Max non si lascia sfuggire l'occasione per effettuare un paio di scatti con la fotocamera digitale subacquea: immortala la carena di Y2K, una medusa, il tender con fuoribordo, il fondale. Con questo mare e questi colori la resa è spettacolare.
Continuiamo il nostro bagno ed i nostri tuffi, poi decidiamo di avvicinarci alla riva a bordo del nostro tender per un giro turistico. Ci asciughiamo a bordo per qualche minuto, in realtà bastano veramente pochissimi minuti per il vento caldo e secco che soffia, poi saltiamo a bordo del gommone. Smotoriamo fino alla scogliera alla nostra sinistra, poi ci avviciniamo alla bellissima spiaggia. Riusciamo ad intravedere lo Stagno Notteri e la sua popolazione di fenicotteri rosa... dobbiamo assolutamente visitarlo da terra. Il paesaggio circostante assomiglia più che altro ad un vero paradiso tropicale.
Gironzoliamo con il tender riprendendo la zona con la nostra videocamera, poi ritorniamo a bordo. Passiamo il resto di questo caldissimo pomeriggio a mollo, non la smetteremmo mai di tuffarci e di nuotare in questa splendida acqua. Quando il sole è ormai basso e comincia ad avvicinarsi l'ora del tramonto, ci tiriamo fuori dal mare a forza, ci asciughiamo e ci prepariamo la cena: cuociamo al barbecue i rimanenti tranci di tonno.
Telefoniamo al nostro amico Achille per un aggiornamento delle condizioni meteo: purtroppo e come immaginavamo, non ci sono buone notizie. Questo strano Libeccio è foriero di una brutta maestralata provocata dal solito fronte depressionario proveniente dal Nord Europa. Achille ci comunica che dovremo aspettarci almeno due giorni di NW Forza 5 con 22-25 nodi di aria, in alcuni casi anche 30. Questo sconvolge i nostri piani iniziali secondo i quali, dopo una sosta di un paio di giorni a Villasimius, dovevamo volgere la prua su Marettimo.
La cosa peggiore non è rappresentata dal vento in sè, ma dal moto ondoso. Achille ci dice che il mare sul Canale di Sardegna è attualmente mosso, ma in rapido peggioramento nelle ore successive: da Molto Mosso durante questa notte ad Agitato fino a Molto Agitato. "Molto Agitato ?!!", mai avuto il piacere di sentire un "Molto Agitato" durante l'estate... ma ormai nulla ci stupisce. Achille aggiunge anche che, se è nostra intenzione navigare verso le Egadi, o partiamo subito, oppure niente.
Ci consultiamo: potremmo navigare con 25 nodi di vento da poppa senza alcun problema, ma onestamente, farci 130 miglia - 25 ore di viaggio compresa la notte - con onde di 2 metri e mezzo o più, in due al timone non ne abbiamo proprio alcuna voglia. Aspetteremo che si sfoghi qui a Villasimius con tanti saluti alla nostra tabella di marcia. Diamo appuntamento ad Achille per l'indomani.
Per la cronaca: la pronuncia corretta del nome di questo incantevole luogo è Villasìmius, l'accento cade sulla seconda "i".
Il sole tramonta, il caldo secco è ancora piuttosto forte, ma il vento comincia a diminuire. Digeriamo i nostri tranci di tonno bevendo un bicchierino di Mirto di Sardegna in pozzetto in compagnia di Willy. Dopo le ultime, consuete discussioni con il Tattico, ce ne andiamo tutti in cuccetta. Mentre la "Cosmo-Lampada" si accende, dormiamo già come ghiri e per tutta la notte.
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