Alle prime luci dell'alba siamo stravolti, ma assolutamente intenzionati a muoverci. Ci trasciniamo fuori dalla cabina, issiamo l'ancora e ci dirigiamo verso l'imboccatura della baia.

Il vento è un bel NW freschetto sui 18 nodi e si incanala direttamente da Bonifacio arrivandoci addosso teso e rafficato. Usciamo dalla caletta a motore, scapoliamo Capo Coda Cavallo e ci dirigiamo verso sud. Una volta in rotta su Arbatax, il NW ci permette di navigare al gran lasco per cui svolgiamo il solo genoa e proseguiamo a vela ad una discreta velocità.

Verso Arbatax: discussioni di alta marineria Capo Coda Cavallo Verso Arbatax con il solo genoa

Purtroppo la pacchia non dura molto: non appena scompare l'effetto Bonifacio e siamo ridossati dalla costa, del NW rimane solamente un leggero refolo che ci obbliga a chiudere tutto ed a riaccendere il motore. Per questa tratta, decidiamo di non filare la lenza in acqua, abbiamo ancora mezzo tonno nel frigo :-) La navigazione prosegue per tutta la mattinata in assenza di vento e sempre a motore.

Capo Comino e l'Isolotto Ruja
Capo Comino: fai click per ingrandire

Per pranzo ci prepariamo uno snack veloce mentre ci avviciniamo al Golfo di Orosei. Abbiamo modo di ammirare questa splendida parte di Sardegna ancora a noi sconosciuta, splendide scogliere selvagge, mare cristallino, chilometri di spiaggia finissima semideserta ed a forma di sottile mezzaluna, compaiono dal nulla, facendo capolino da una baia profonda. Siamo affascinati e cominciamo a chiederci cosa abbia di meno bello per gran parte dei turisti questa parte di Isola rispetto alla Costa Smeralda.

Fa un gran caldo e moriamo dalla voglia di rinfrescarci un pò facendoci un bel bagno. Consultiamo le carte ed il plotter, siamo vicinissimi all'entrata del Golfo e scopriamo che poco prima di Capo Comino c'è un isolotto di nome Ruja. Proprio nella piccola rada formata dalla costa, dall'isolotto e da Capo Comino c'è un ancoraggio consigliato. Verificate le condizioni meteo, l'ancoraggio risulta perfettamente ridossato anche per quella poca brezza che soffia timidamente da SE. Ci dirigiamo subito in quella direzione avvicinandoci alla costa ed in breve scorgiamo la piccola isola. Alle 13:00 adocchiamo un posticino e filiamo l'ancora in 5 metri di acqua di un turchese accecante, l'Isola Ruja di prua, una bellissima e deserta spiaggia alla nostra destra, poche altre imbarcazioni ferme all'ancora.

Capo Comino: all'ancora per un bagno Capo Comino: la spiaggia Capo Comino: bagno ristoratore
Capo Comino: si prende il sole Capo Comino: l'Isola Ruja

Una volta che Y2K è ferma, ci tuffiamo in mare per un lunghissimo bagno rinfrescante e corroborante. Ne approfittiamo anche per fermarci poco meno di un'oretta per riposare dopo la lunga navigazione del mattino. Mangiamo qualcosa, prendiamo il sole, ci rilassiamo un pò.

Verso le 14 siamo di nuovo in marcia, entriamo nel bellissimo Golfo di Orosei navigando sempre a motore e senza un alito di vento. A circa metà del golfo troviamo un SE sui 10 nodi: mare piatto, ideale per una navigazione in tutto relax. Peccato che ci arrivi diretto sul muso e di fare un bordo dietro l'altro, allungando il nostro percorso di parecchio, non ne abbiamo proprio alcuna voglia. Continuiamo a motore e scapoliamo Capo di Monte Santu.

Orosei: un faro sulla scogliera Orosei: le scogliere Orosei: un altro faro e una bellissima scogliera

Verso le 17:30 siamo in vista di Capo Bellavista che sovrasta il paese di Arbatax, alle 18:00 entriamo nel porto per fare rifornimento e la prima cosa che attira la nostra attenzione si trova sulla parete interna del molo di levante: qualcuno ha scritto "Alex" e "Max", quasi come a darci il benvenuto... incredibile !!!

Una volta dentro, "pirliamo" avanti e indietro davanti al pontile del distributore per una ventina di minuti, in attesa che un navigatore solitario francese, a bordo di una barca dalla forma e dal colore assurdi (una banana giallo-verde-pistacchio) e che galleggia per miracolo, faccia il pieno fra mille complicazioni. Nessuno, benzinaio compreso, ne capisce le motivazioni, ma bisogna riempire il serbatoio di tale oggetto bananesco con estrema cautela, usando un riduttore: un certo imbuto modificato che di primavere ne ha viste più di quella pseudo-barca. Ne approfittiamo per ammirare il paesino di Arbatax che si arrampica su per i monti: le casette, piccole e dipinte di rosso mattone, sono deliziose. Il campanile di una chiesetta emerge dall'abitato: ci ripromettiamo di effettuare un servizio fotografico con la luce del mattino.

Finalmente il francese conclude le operazioni, con calma mette via l'imbuto-riduttore, paga ed accende il motore. L'oggetto bananesco si allontana lentamente dalla banchina e si dirige verso l'uscita, noi accostiamo e ci prepariamo a fare il pieno. Vediamo subito che per qualche motivo a noi ignoto, il costo del gasolio qui è di 1,3 €/litro ! Terminata l'operazione carburante, usciamo dal porto e filiamo l'ancora nella baia antistante il marina. Il paesaggio è splendido: alla nostra poppa scorgiamo l'Isolotto dell'Ogliastra, un'incredibile formazione rocciosa che affiora dal fondo del mare. La forma delle rocce che la compongono, appuntite, allungate ed affilate, ricorda quella di enormi cristalli, un pò come quelle gemme fantastiche che Zio Paperone, accompagnato dalla ciurma di nipoti, scova solitamente nascoste in arcane caverne. Affascinante.

Verso Arbatax

Verso Arbatax: la costa

Verso Arbatax: particolare degli scogli.

Arbatax: Isolotto dell'Ogliastra

Porto di Arbatax: Alex e Max !!!

Porto di Arbatax: il paese

Arbatax: il porto commerciale Arbatax: in rada davanti al marina Arbatax: in rada

Una bella spiaggia corre lungo la costa alla nostra destra, altre barche sono ferme all'ancora accanto a noi. Facciamo un paio di tuffi per rinfrescarci, poi ci godiamo un fantastico aperitivo mentre ci asciughiamo in pozzetto. Il Comandante approfitta del momento di tranquillità per installare il gadget dell'Estate 2006: una lampada con sensore crepuscolare. Funziona così: la lampada dispone di celle solari fotovoltaiche che durante il giorno ricaricano una batteria. Dopo il tramonto, non appena fa scuro, la lampada, alimentata dalla batteria, si accende automaticamente grazie al sensore crepuscolare. Rimane attiva tutta la notte. Quando il sole sorge, il sensore spegne la lampada ed il ciclo di ricarica ricomincia. Un'ottima soluzione per segnalare la propria presenza in rada.

Max installa la "Cosmo-Lampada" a poppa di Y2K, sull'asta della bandiera, fissandola con un paio di fascette di plastica: a fine vacanza la toglieremo. Mentre rimaniamo in attesa dell'accensione, prepariamo la cena. Il menù prevede un piatto di spaghetti saltati in padella con olio extravergine di oliva, uno spicchio di aglio, pomodori pelati Arbatax: la "Cosmo-Lampada"ed un pizzichino di aromi. Il solito Prosecco fresco per "digerire".

Gustiamo il nostro piatto di pasta in pozzetto, allietati da un bellissimo tramonto. Il solito goccetto di limoncello conclude il pasto serale.

Intanto il sole tramonta e fa buio: improvvisamente la "Cosmo-Lampada" si accende e rischiara tutta la poppa di Y2K. Il Comandante esulta e rimane in rispettosa contemplazione dell'evento per qualche minuto.

La stanchezza comincia a farsi sentire, soddisfatti per il funzionamento della "Cosmo-Lampada" e dopo la solita dissertazione sui regimi anticiclonici del Tirreno Meridionale con il Tattico, ce ne andiamo dritti filati in cuccetta. Durante la notte la brezza scompare, compare invece la solita ondina "bastarda dentro". Questa volta non siamo stati previdenti a sufficienza: la persecuzione del dondolamento notturno continua.

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