La
sveglia suona alle 6 in punto, velocemente ci prepariamo per lasciare il
gavitello e dare il via all'operazione Fuga da Calvì.
In pochi minuti sistemiamo Y2K per la navigazione, quindi molliamo le cime di prua e ci liberiamo dal gavitello cui siamo abbarbicati come cozze da più di 4 giorni. La giornata è limpida, il cielo è terso, azzurro e sereno. Y2K si muove lentamente in mezzo alle altre imbarcazioni e si accinge a lasciare il campo boe, volgendo la prua verso l'uscita del golfo.
All'interno della baia tutto sembra tranquillo, non c'è vento ed il mare è piatto. Ci illudiamo che questa calma apparente possa mantenersi il più possibile durante la mattinata prima del previsto rinforzo, in modo da macinare miglia verso il porto di Ajaccio. Stellina ha mollato l'ormeggio una mezz'oretta prima di noi, cerchiamo di contattarli via radio senza successo. E' da qualche tempo che la ricezione è davvero scarsa, non capiamo se si tratta di un problema al nostro VHF o se dipende dalle condizioni atmosferiche.
Procediamo tranquilli fino alla punta estrema a sinistra della baia, Capo della Revellata, una volta doppiato il capo, ci troviamo in condizioni totalmente diverse. Il forza 4 soffia bello fresco già alle 7 del mattino, ma questo sarebbe nulla se non fosse per la situazione del mare. Inizialmente abbiamo la sensazione che la cosa sia piuttosto gestibile, poi, mano a mano che ci avviciniamo alla Girolata, le cose peggiorano. Le onde sono frangenti di due metri che si abbattono direttamente sulla nostra prua, Y2K sbatte terribilmente sollevando spruzzi di acqua e bagnandoci nonostante il dodger. A nulla servirebbe alzare le vele e bolinare: perderemmo solamente tempo.
Tentiamo di proseguire, ma le condizioni del mare e del vento peggiorano con il
passare dei minuti. Riproviamo a
contattare Stellina e finalmente riusciamo a parlare con Michele. Ha rinunciato
e ha fatto dietro-front. Adesso si sta dirigendo a spron battuto verso Capo
Corso, abbandonando così l'idea di navigare verso Sud lungo la costa Occidentale
della Corsica. Nel frattempo le onde sono sempre più alte e frangono senza pietà
sulla nostra prua, l'equipaggio di Y2K si riunisce per una rapida consultazione:
dobbiamo percorrere ancora 50 miglia, una navigazione in queste condizioni - per
altro in rapido peggioramento - è impensabile. Anche noi facciamo dietro-front
e, spinti dalle onde, in 10 minuti siamo di nuovo nella baia di Calvì, indecisi
sul da farsi.
Agguantiamo
un altro gavitello e, mentre ci prepariamo un caffè, ragioniamo sulle prossime
mosse. L'idea di volgere la prua verso la costa Orientale ci solletica, ormai è
perfettamente inutile perseverare nel tentativo di raggiungere Ajaccio, e
scagliarsi contro la volontà di Eolo e di Nettuno - che quest'anno hanno deciso
diversamente per noi - sarebbe assolutamente nefasto.
L'equipaggio di Y2K conclude la consultazione prendendo una decisione drastica: si va a Macinaggio con tanti saluti alle nostra rotta originale. Navigheremo verso sud costeggiando la costa Est.
Verso le 8:30 telefoniamo ad Achille per metterlo al corrente dei nostri piani e sentire il suo parere. Achille approva in pieno la nostra decisione, sollecitandoci a lasciare Calvì il più in fretta possibile perchè è in arrivo il Forza 8. Achille ci suggerisce di scapolare Capo Corso in tarda mattinata al più tardi, a questo punto il vento si attesterà su Forza 7 e il mare diventerà impraticabile per i diportisti. Conclude dicendoci che ci aspetta una navigazione con vento Forza 5 e mare molto mosso da poppa, ma una volta doppiata la punta del "dito", troveremo un altro mondo.
Non
ce lo facciamo ripetere due volte, molliamo il gavitello e ci lanciamo in fretta
e furia verso Capo Corso con
randa e motore in attesa del vento da poppa.
E' ancora mattina presto e la brezza è leggera in questa zona, ma le gonfie onde lunghe che sospingono Y2K non promettono nulla di buono. Ci manteniamo in contatto con Stellina, comunichiamo le reciproche posizioni e ci informiamo sulle condizioni meteo. A metà mattinata Y2K plana sulle onde raggiungendo gli 8 nodi e mezzo, il vento ormai è Forza 5 e il mare è davvero cattivo. Facciamo il turni al timone perchè il pilota automatico non è veloce abbastanza per impartire al timone le correzioni necessarie a mantenere Y2K in rotta: il rollio è troppo forte e le onde sono enormi.
Alle 13 siamo a 6 miglia da Capo Corso, Michele è 10 miglia davanti a noi. Siamo dei siluri, ormai schizziamo costantemente a 9 nodi cavalcando ondoni pazzeschi che ci superano rabbiosi e continuano la loro corsa frangendo davanti alla nostra prua. Y2K è sollecitata da queste enormi masse d'acqua che arrivano da poppa, la sollevano, la fanno surfare sulla cresta per qualche minuto, poi scorrono via a prua. Cross-Med Corsica emette un avviso speciale per l'arrivo del Forza 7 su Capo Corso, Meteomar dà Forza 3... roba da matti !
A
2 miglia da Capo Corso il vento è ormai Forza 6 in aumento. Noi siamo sudati
marci per la tensione, l'aria ci arriva da dietro e non la sentiamo per nulla.
Michele sta doppiando Capo Corso, noi ci siamo quasi.
Cross-med e Meteo France emettono un bollettino speciale con avviso di Grand Frais e un successivo Coup de vent (rispettivamente Forza 7 e 8 della scala Beaufort) da Sud Sud-Ovest nella zona a Nord della Corsica, dalla Balagne a Capo Corso, ma noi riusciamo ad intravedere la Giraglia, siamo sollevati. Sono le 14.30.
Alle 15:00, appena in tempo, doppiamo Capo Corso e finalmente, lasciati letteralmente indietro montagne di acqua e venti sibilanti, troviamo un'oasi di pace. Vento su 16 nodi, mare calmo, sole tiepido... una meraviglia. Abituati a quasi una settimana di "ariette" intorno ai 25 nodi, pioggia, nuvoloni e fresco, ci eravamo dimenticati dell'estate e delle sue condizioni miti. Possiamo rilassarci un pò e soltanto adesso realizziamo di non aver mangiato nulla da questa mattina presto... fa niente, non abbiamo fame.
Contattiamo Michele alla radio per il consueto appuntamento, ci comunica che gli amici rimasti a Calvì sono in piena burrasca. Stefano ha trovato un posticino all'interno del marina dove soffia a 25 nodi (non osiamo immaginare le barche ai gavitelli), Anna ed Alessandro di "Tonale C." sono partiti troppo tardi alla volta di Macinaggio e sono stati costretti a riparare a St. Florent e a dare fondo in rada.
Alle
16:00 raggiungiamo Macinaggio, notiamo una notevole quantità di imbarcazioni
ferme all'ancora nella rada antistante al marina e abbiamo un oscuro
presentimento: dopo pochi minuti Michele ci chiama al VHF e con voce mesta ci
comunica che il porto di Macinaggio è al completo, zero posti disponibili, niet...
incredibile... mai successa una cosa simile in tutti gli anni in cui abbiamo
navigato in queste acque.
Non abbiamo intenzione di rimanere in rada questa notte, le condizioni meteorologiche sono troppo instabili, le nostre barche hanno bisogno di una lavata e di approvvigionamenti, noi siamo stanchi e abbiamo bisogno di riposo. Siamo decisi a cercare un posto in un marina. Dopo una breve consultazione e previa approvazione del Tattico, gli equipaggi di Y2K e di Stellina decidono all'unanimità di andare avanti e tentare l'approccio a Port Toga, il nuovo marina di Bastia.
Proseguiamo con randa e motore, Y2K è più veloce di Stellina e il sorpasso avviene a circa 12 miglia da Bastia. Le due barche procedono affiancate per qualche minuto ed i due equipaggi si scambiano battute, fotografie e riprese filmate. Poi Y2K si allontana.
Durante le ultime miglia di navigazione tentiamo di procedere vela sfruttando le
brezze costiere e lanciandoci in
un bolinone largo, ma presto ci rendiamo conto che il vento è troppo incostante,
cambia direzione continuamente e in più di un'occasione veniamo colpiti da
violente raffiche provenienti dalle valli e dalle gole che si aprono dalle
montagne sulla costa e che ci fanno piegare paurosamente. Siamo stanchi, tiriamo
giù tutto e continuiamo con il solo aiuto del motore.
Alle 18:45 contattiamo Port Toga, chiediamo ed otteniamo un posto barca per noi e per Stellina. Una decina di minuti dopo, facciamo il nostro ingresso nel marina. L'entrata è costituita da un canale piuttosto stretto, in pratica due barche affiancate farebbero fatica a passare, procediamo pianissimo in attesa di istruzioni. Il porto è stipatissimo, le imbarcazioni sono una sopra l'altra, mentre ci guardiamo intorno un pò perplessi, arriva il gommone degli ormeggiatori. Uno dei due indossa un berrettino tutto sbrindellato, comincia a parlarci in italo-franco-qualcosa ed è simpaticissimo. Fra una battuta e l'altra in quella specie di lingua universale, ci indica di seguirlo e noi ubbidiamo. Il gommone prosegue fin quasi alla fine del marina, capiamo che il posto a noi assegnato si trova nella banchina più interna, ma più ci avviciniamo, più veniamo assaliti dall'ansia: il passaggio si fa sempre più stretto.
Intanto
l'ormeggiatore ha già raggiunto la banchina e ci fa segno con la mano per
indicarci il posto, noi rabbrividiamo: in pratica ci tocca infilarci in un
budello da panico, strettissimo, con limitatissima possibilità di manovra.
Iniziamo la manovra con il fiato sospeso, Y2K ha parecchia manovrabilità, ma per
girarsi del tutto necessita dei suoi spazi. Il Comandante è abilissimo e con un'ultima spintina alla prua da parte del gommone del porto, Y2K raggiunge
l'ormeggio senza problemi. Ale recupera la catenaria, mentre Max lancia le cime
di poppa al simpatico ormeggiatore con il cappellino. Siamo fermi.
Siamo un pò preoccupati per l'affollamento del porto e vogliamo essere sicuri che anche Stellina abbia trovato l'ormeggio che ci era stato promesso al VHF. Aguzziamo la vista e finalmente scorgiamo Michele fare il suo ingresso nel marina. Lo seguiamo con lo sguardo fino a quando non abbiamo la certezza che gli sia stato effettivamente assegnato un posto barca. Stellina ormeggia all'inglese un paio di moli più avanti di noi, possiamo rilassarci.
Osserviamo Y2K e ci rendiamo conto che ha ancora una leggera sfumatura rosa, ma siamo stanchi morti e non abbiamo la forza di lavarla subito. Ci penseremo l'indomani.
Max raggiunge Michele ed entrambi si recano in Capitaneria per pagare l'ormeggio al transito. Decidiamo di rimanere a Port Toga per un paio di notti, Y2K paga la tariffa di € 55 a notte... apperò...
Non appena Max ritorna a bordo, ci sistemiamo, ci facciamo una lunghissima doccia, quindi ci prepariamo per la cena. Noi, così come l'equipaggio di Stellina, siamo tutti in astinenza da pizza così decidiamo di cenare insieme. Capitiamo in un ristorante italiano dove ci portano una pizza davvero ottima. Il cameriere, incuriosito da questa compagnia di italiani velisti, attacca un bottone spaventoso e comincia a raccontarci la storia della sua vita a puntate.
Dopo il caffè, Kerry porta le bimbe a nanna, noi e Michele ci spostiamo in un locale poco distante dal ristorante per berci una birra - ordiniamo la tipica birra corsa Pietra - e chiacchierare ancora per qualche minuto.
Quando decidiamo di tornare a bordo delle nostre rispettive barche siamo cotti. Ci trasciniamo miseramente in cuccetta salutando velocemente il Tattico - non c'è tempo per discussioni meteorologiche - niente notte buia e dondolante questa volta, Y2K è immobile e tutto è silenzioso. Entriamo in coma dopo pochi secondi.
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