Passiamo una notte praticamente insonne. Le onde del mare residuo ci fanno dondolare paurosamente, drizze e cime delle altre imbarcazioni alla boa sbattono fastidiosamente su centinaia di sartie ed alberi (ci siamo sempre domandati... "ma codesti velisti che non fissano le loro drizze in qualche modo, ma non diventano isterici ?"), non possiamo utilizzare l'ancora di rispetto per portare Y2K prua alle onde in quanto troppo rischioso in un campo boe.

Non ci è possibile dormire entrambi nella cuccetta amatoriale - è a murata - senza rischiare di finire per terra, così Ale decide di "sacrificarsi", afferra cuscino e coperta e si sposta nella cabina di poppa. Il Tattico supervisiona continuamente la situazione con sopralluoghi periodici.

Tempo autunnale...Nottetempo Max si alza più volte per sistemare il gavitello cui siamo ormeggiati e che continua a sbattere sulla prua di Y2K creando ulteriore disagio.

Il cellulare-sveglia suona presto: siamo totalmente rimbambiti per la notte passata in bianco, ma dobbiamo farci forza ed alzarci. Max ha appuntamento con Michele di buon mattino per portare il fuoribordo dal meccanico.

Sbirciamo fuori, veniamo accolti da un'altra simpatica giornata "estiva": nuvoloni grigi e bassi coprono le montagne che circondano la baia, il cielo ha assunto una strana luce grigio-rossastra, c'è vento e un'ondina ripida e cattivella.

Puntualissimo, Michele si affianca a Y2K con il tender, Max carica il fuoribordo ed entrambi si dirigono verso Calvì alla ricerca del meccanico. Le ondine ripide e cattivelle sono proprio "bastarde dentro" e i due prodi procedono a velocità minima per evitare un freddo bagno di prima mattina.

Nel frattempo il vento rinfresca e si attesta sui 22 nodi.Ormeggio rinforzato

Dopo circa un'ora, Max e Michele sono di ritorno... senza fuoribordo. Il meccanico lo ha trattenuto per le riparazioni e ce lo riconsegnerà l'indomani per le 10:00. Siamo inquieti, il pensiero di rimanere ancora un giorno senza il fidato fuoribordo ci innervosisce, senza di esso non possiamo andare da nessuna parte. Max già si vede pronto ad acquistarne uno nuovo di zecca in caso di tragedia irreparabile...

E intanto il Sud-est tocca i 25 nodi fissi, comincia a piovere terra rossa. Le raffiche si fanno via via più violente, e la pioggia più forte: adesso vien giù il deserto del Sahara. Rinforziamo il nostro ormeggio alla boa fissando una seconda cima.

Apriamo anche il bimini per guadagnare qualche metro di asciutto in pozzetto, sconsolati ci mangiamo qualcosa sotto coperta e aspettiamo pazientemente che la bufera si plachi.

Nel primo pomeriggio fa capolino un timidissimo raggio di sole e sembra che abbia smesso di piovere. Ci mettiamo coraggiosamente a ripulire Y2K dalla sabbia rovesciando secchiate di acqua di mare e strofinando con lo spazzolone. Purtroppo si tratta di una pia illusione e 10 minuti dopo ricomincia a piovere rosso. Fra secchiate, spazzolate e pioggia sahariana il risultato è tremendo: Y2K assume un'orribile sfumatura rosa ! Per non parlare del tender !

Nel tardo pomeriggio - finalmente - il cielo si schiarisce e le nuvole cominciano a diradarsi. Ricominciamo la paziente opera di risciacquo di Y2K, delle vele (per quel che possiamo fare), degli acciai e del nostro tender, tutto ricoperto da una magnifica coltre rosata.

Alle 20:00 pare che la burrasca sia passata. Cominciano le telefonate di rito a tutti i nostri amici: a Genova c'è stata una tromba d'aria, Marco e Paola sono sempre bloccati alla Maddalena con "più o meno una cinquantina di nodi" - come ci dice Marco - stufi hanno mollato lì barca, annessi e connessi, hanno affittato uno scooter, sono due giorni che girano da "terricoli" Caprera e La Maddalena e si dedicano all'arte culinaria Sarda. Severo è fermo a Cannigione dopo una navigazione a dir poco avventurosa con 55 nodi. Una seconda tromba d'aria ha colpito Marina di Portisco: 60 nodi. Alcune imbarcazioni hanno rotto gli ormeggi. Abbiamo difficoltà a comprendere se siamo ancora nel Mediterraneo o se siamo stati teletrasportati misteriosamente nella zona dei 50 urlanti...

Prendendo spunto da Marco e Paola, ci consoliamo per l'ennesima volta preparandoci un piatto di spaghetti alle vongole, il tutto annaffiato dal solito Prosecco bello fresco.

Alle 21:00 facciamo la consueta telefonata al nostro Achille per un nuovo aggiornamento meteo. E' inutile sottolineare come le previsioni siano cambiate ancora: per l'indomani niente più brezze anticicloniche - anzi l'anticiclone è in sciopero ad oltranza - ma un ovest forza 4 con mare molto mosso o agitato con onda superiore ai 2 metri. Visto che non è prevista pioggia (ma neanche sole splendente...) chiediamo ad Achille un consiglio relativamente alla nostra meta successiva, Ajaccio, sulla costa ovest - appunto. Achille non si sbilancia, quest'anno il meteo è troppo imprevedibile, e ci dà appuntamento per l'indomani mattina.

Ormai sono 3 giorni che siamo attaccati ad un gavitello, cominciamo ad avvertire i primi sintomi della famigerata "sindrome della cozza".

Ce ne andiamo a dormire... durante la notte arriva un'ennesima sventolata da sud-ovest.

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