Ci
svegliamo di colpo attorno alle 5. Qualcosa non torna. Una rapida occhiata fuori
ci permette di capire subito che il vento è già
cambiato, ha girato completamente a SE e la nostra cala non è più protetta.
Nonostante l'ora, l'arietta è piuttosto fresca.
Aspettiamo i primi raggi di sole per issare l'ancora e muoverci in fretta verso Favignana, ancora una volta, le previsioni di Achille si rivelano azzeccatissime, dirigiamo senza alcun indugio verso Cala Rossa.
Durante il trasferimento da Levanzo a Favignana, facciamo colazione.
Non
appena vicini alla baia, notiamo subito qualcosa di nuovo e di assolutamente
inaspettato: sei gavitelli - due grossi gialli e quattro più piccoli rossi - si
dondolano appena dopo l'ingresso della cala. Siamo sorpresi e cerchiamo di
capire il motivo di questa insolita presenza, sperando segretamente e in
silenzio che l'Ente Parco non ne abbia combinata un'altra blindando anche questo
splendido specchio di acqua. Vogliamo evitare fastidi e chiamiamo Locamare
Favignana che però non è operativa prima delle 8:15. Ci risponde Trapani:
l'operatore è cortese e molto disponibile, ci dice che la Riserva è adesso
gestita interamente da Favignana e che, essendo loro competenza, non è in grado
di darci informazioni certe sui gavitelli. Forse Cala Rossa è diventata riserva
integrale... NOOOO!!!! Soffochiamo un urlo... L'operatore, tuttavia, non ne è
sicuro e ci comunica il numero di telefono della Guardia Costiera di Favignana:
"Loro sicuramente potranno aiutarvi ed indirizzarvi al meglio". Ringraziamo e,
incerti sul da farsi, filiamo l'ancora in mezzo alla cala in attesa di chiamare
Favignana alle
8:15.
Subito notiamo una terribile onda lunga residua del mare di NW, la prendiamo al traverso e ci fa rollare paurosamente. La situazione è davvero ingestibile, trascorrere molte ore in rada in una situazione come questa è davvero un incubo.
Decidiamo di dirigerci verso il Preveto, rimane sempre protetto da Sud, ma almeno non avremo l'onda residua a farci dondolare. Più avanti, entrambi saremo concordi nel giudicare tale spostamento come un grossolano errore di valutazione che ci farà soltanto perdere tempo prezioso.
Durante l'avvicinamento al Preveto, chiamiamo la Guardia Costiera di Favignana:
anche in questo caso, veniamo accolti da una persona estremamente gentile e
disponibile che ci spiega nei dettagli la regolamentazione del Parco: no, Cala
Rossa non è riserva integrale (fiuuuu!), sì i gavitelli sono a disposizione dei
diportisti e possono essere utilizzati per l'ormeggio, e sì,
nel caso la disponibilità dei gavitelli sia esaurita, è possibile dare fondo
anche in cala, prestando attenzione a mantenere la distanza regolamentare dalla
spiaggia.
Ci sentiamo sollevati, ringraziamo la Guardia Costiera di Favignana per la cortesia e finalmente raggiungiamo il Preveto.
Diamo fondo sull'ampia chiazza azzurra di sabbia che si trova entrando nella cala sulla destra e subito siamo già in acqua - un pochino frescolina a dire il vero - per una nuotata ristoratrice. Per rilassarci e prendere il sole all'ancora, montiamo a prua l'amaca carinamente regalataci da Marco: elemento essenziale a bordo di Futura (la prima), questo oggetto lussurioso è adesso parte integrante degli accessori per il comfort dell'equipaggio di Y2K. Ale ne prende possesso immediatamente e trascorre un'ora abbondante a farsi cullare dai movimenti di Y2K.
Suggerimento: attenzione a non entrare ad alta velocità e a non dirigere sparati a centro cala. Qui ci sono alcuni grossi scogli sommersi che possono essere pericolosi se non si conosce bene la zona. Non sono, infatti, visibili da lontano, la cala sembra ampia, profonda, libera da ostacoli (ed infatti lo è per il 90% della sua superficie) e spesso questi bassi fondali vengono sottovalutati da chi non è del luogo, con conseguenze poco piacevoli per il bulbo.La rotta consigliata è: entrando, subito a destra (senza avvicinarsi troppo alla costa) oppure entrando sulla sinistra (senza avvicinarsi troppo all'isolotto Preveto).
Le carte nautiche dell'isola sono molto dettagliate: consultatele ed informatevi. Una volta seguito questo semplice accorgimento, sarete in grado di destreggiarvi senza alcun problema.
Saltiamo a bordo del nostro tender per effettuare un giro completo della baia e riprendere tutto con la nostra videocamera. Scattiamo numerose fotografie e raggiungiamo anche la piccola spiaggetta che delimita la cala. Completiamo il giro e dirigiamo la prua del nostro gommone verso la barca. Improvvisamente l'arietta di SE rinforza, non facciamo in tempo a rientrare a bordo, che questa si è già trasformata in brezza tesa.
Osserviamo la situazione per una decina di minuti, quindi ci rendiamo conto che il mare sta montando molto in fretta. Facciamo i conti con la nostra affrettata decisione di lasciare Cala Rossa per il Preveto, siamo stati impazienti ed avventati.
Velocemente
issiamo l'ancora, usciamo dalla rada e dirigiamo verso Cala Rossa effettuando il
giro dell'isola da nord. Il vento è adesso molto sostenuto, lo prendiamo di
poppa. Veleggiamo con il solo Genoa e tocchiamo punte di 8 nodi e mezzo. Arriva
il Libeccio forte, le raffiche cominciano a superare i 25 nodi. Dopo aver
navigato al lasco, strambiamo per stringere il vento e risalire fino alla nostra
destinazione. Non appena al di fuori dal ridosso della grande montagna che
sovrasta Favignana, la violenza delle raffiche ci costringe a prendere due mani
di terzaroli al Genoa e nonostante la vela ridotta, la nostra velocità rimane
piantata sugli 8 nodi e mezzo.
Mentre navighiamo, telefoniamo nuovamente alla Capitaneria di Porto di Favignana per chiedere informazioni sulla regolamentazione delle zone protette di Marettimo. Ricordiamo una vasta area ben protetta dai venti da sud e siamo tentati di fare rotta sull'isola e trovare riparo nelle splendide acque di questo gioiello delle Egadi. Favignana ci comunica che adesso Marettimo dispone di un pontile galleggiante (Evvai !!!) cui è possibile ormeggiarsi. Ci viene dato il numero di telefono del gestore del pontile. Telefoniamo subito, ma le nostre speranze vengono sbriciolate: i pontili, purtroppo, si trovano nella parte dell'isola completamente esposta al Libeccio. Tutte le barche ospitate stanno scappando via.
Niente Marettimo.
Boliniamo come siluri con il solo
Genoa, Cala Rossa si avvicina. Come ci immaginavamo, è gremita fino
all'inverosimile. Unico riparo sicuro per i venti da Sud, è diventata la meta
ambita di tutte le imbarcazioni presenti nei dintorni. Ci dobbiamo accontentare
di un posticino al di fuori della cala sulla destra, al riparo delle imponenti
rocce della costa. Filiamo decine di metri di catena e rimaniamo fermi in balia
delle raffiche per tutto il resto della giornata. Ci consoliamo effettuando un
pò di tuffi dalla tuga e sonnecchiando sulla nostra amaca.
Ascoltiamo con apprensione il bollettino meteo: sud-est forza 5, tendenza sud-est forza 6. Non ci troviamo in una buona posizione per passare la notte, non ci sentiamo sicuri. Verso le 17 abbandoniamo il nostro ormeggio per tentare di spostarci più all'interno della cala: per un qualche miracolo, avvistiamo una vela che molla la cima e lascia libero un gavitello. Ci lanciamo all'arrembaggio dell'unica boa libera, l'agguantiamo effettuando una manovra perfetta e finalmente ci sentiamo più tranquilli.
Il Libeccio continua a soffiare a 25 nodi, ci facciamo un buon piatto di spaghetti alle vongole per tirarci su di morale. Terminiamo la cena e facciamo il pane. Trascorriamo il resto della serata sottocoperta a leggere, fuori fa un freddo cane. Ci aspetta una notte "buia e tempestosa", accompagnata dall'ululato del vento fra le sartie e dalle vibrazioni dell'albero.
La burrasca forza 7 arriva nel corso della notte. Y2K brandeggia ad ogni forte raffica, ben assicurata al suo gavitello. Dormiamo un sonno agitato.
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