Al
mattino presto, appena mettiamo fuori il naso, ci rendiamo conto della selva di
barche che gremisce questo specchio d'acqua. Sicuramente non avevamo sbagliato
la sera prima azzardando il numero 300... ci sono tutte. E sono di tutti i tipi
e di tutte le dimensioni: dal barchino di pochi metri con soltanto un piccolo
fuoribordo come propulsore, al mega-yacht a motore, alla goletta d'epoca di 20
metri. Ci rendiamo anche conto che il modo in cui le barche sono ammassate pone
tutti in una certa situazione di pericolo in caso di condizioni meteorologiche
sfavorevoli.
Non
avevamo tutti i torti a non dormire tranquilli... Scappiamo da quella trappola
appena possibile e decidiamo di trasferirci a Lipari. Finalmente riusciamo a
completare il tratto di mare che separa le due isole a vela, ci muoviamo con il
solo Genoa, stringiamo i 13 nodi di vento da W-SW e
raggiungiamo la
ragguardevole velocità di 6 nodi.
Diamo fondo presso la spettacolare baia delle Cave di Pomice (Porticello) e decidiamo di fermarci l'intera giornata e per trascorrervi la notte.
Mentre ci divertiamo tuffandoci in mare, il vento rinfresca un pò. La zona è ben
ridossata e ben presto si riempie di un numero sempre crescente di imbarcazioni
alla ricerca di un ormeggio tranquillo. La situazione precipita poco prima di
pranzo, quando ha inizio la fase dell'"ormeggio selvaggio". Noi ci limitiamo ad
osservare la scena mentre ci prepariamo uno spuntino a base di frutta fresca e
ci rilassiamo prendendo il sole.
Soltanto un pensiero disturba la quiete della nostra mente: non siamo ai livelli della Costa Smeralda, ma certamente le Eolie sono sulla buona strada per raggiungerli quei livelli. Altra meta da depennare per il mese di Agosto ? Forse... sta di fatto che nonostante i nostri piani fossero quelli di rimanere ancora qualche giorno nell'arcipelago, decidiamo all'unanimità di scappare.
Appena il delirio intorno a noi si calma, armiamo il nostro tender e ce ne andiamo a riva. E' nostra intenzione atterrare sulla soffice spiaggia di pomice, ma prima, non appena la profondità raggiunge il metro, è necessario superare una zona di ciottoli e sassi. Entriamo in acqua fino alla cintura, iniziamo ad avvicinarci alla riva trascinandoci dietro il gommone e fatichiamo non poco a mantenere l'equilibrio vuoi per le onde di risacca, vuoi per i sassi che creano qualche piccolo inconveniente ai nostri piedi. Finalmente, dopo qualche minuto di scenario fantozziano, riusciamo a guadagnare la spiaggia.
Abbandoniamo il tender e ci dedichiamo alla raccolta delle pietre pomici che spuntano a migliaia dalla sabbia. Riempiamo un sacchetto intero, le distribuiremo a tutte le gentili signore della famiglia. La sabbia, fine ed impalpabile, è costituita di sola polvere di pomice, sembra di camminare sulla cipria. Dopo qualche minuto in cui ci crogioliamo al sole (e ci facciamo un ottimo peeling con la pomice), recuperiamo il nostro sacco di pietre, rimettiamo in acqua il tender (ennesima scenetta al momento di salire a bordo con le sempre persistenti onde di risacca) e partiamo per un giro turistico della zona.
Una volta a bordo, passiamo il resto del pomeriggio a bagno. Telefoniamo ad Achille per il bollettino meteo: bel tempo confermato per tutta la giornata di domani, ma dobbiamo fare i conti con la perturbazione atlantica prevista qualche giorno fa e che sta già creando grossi inconvenienti e burrasche al Nord. Raggiungerà le coste della Sicilia Settentrionale l'indomani in serata con forti venti di Maestrale e mare molto mosso. Achille ci suggerisce di non rimanere fermi alle Eolie.
Avevamo comunque deciso di andarcene, ma era nostra intenzione dirigerci verso
Est per passare lo Stretto di Messina. Ne parliamo con Achille che stronca
definitivamente tutte le nostre speranze di riprendere la rotta scelta in
origine: dopo il passaggio di questa depressione, le carte mostrano l'imminente
arrivo di un'altra grossa area
depressionaria da Sud (le peggiori !!). Questa
volta (e fanno 3, in pratica ci siamo "fatti" una perturbazione a
settimana....), la perturbazione arriva dall'Africa e porta con sè forti venti
di Libeccio. Achille ci dice: "Cari signori miei, qui il mare non sarà molto
mosso, ma agitato. Vi suggerisco di non fare rotta verso lo Stretto".
Ok... rimandiamo lo Stretto, magari al ritorno... Mogi, mogi telefoniamo al Marina di San Nicola all'Arena (vicino Palermo) per verificare la disponibilità di un transito. Chi ci risponde dall'altro capo del telefono ci conferma il posto e non appena comunichiamo dati e nome della nostra barca dice di ricordarsi pure di noi... però ! Sono passati 3 anni !
Verso le 17:30 inizia - come sempre - il fuggi fuggi generale. Il 90% delle barche all'ancora si lancia all'arrembaggio dei posti in banchina a Panarea o a Lipari-porto in un delirio collettivo. Noi attendiamo pazientemente quella mezz'oretta, quando la massa è ormai lontana e dedita alle sue sanguinose guerre, quindi ci spostiamo di qualche metro avvicinandoci alla costa in modo da essere ancora più protetti e ci prepariamo un ottimo piatto di fusilli ai pomodorini pachino.
La serata viene ancora disturbata dalle inevitabili onde provocate dai vari aliscafi, traghetti, catamarani veloci e motoscafi che sfrecciano fra le isole. Per chi desiderasse trascorrere la notte in questa zona, suggeriamo di armarsi di santa pazienza e aspettare sera, quando il traffico smette e tutto viene immerso nella quiete.
Ce ne andiamo in cuccetta verso le 10, l'indomani mattina dobbiamo svegliarci molto presto per arrivare a Palermo prima che la perturbazione atlantica ci raggiunga.
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