10 Agosto 2001
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Ci svegliamo non prestissimo e salpiamo per la nostra nuova meta: l'isola di Salina. La sera precedente Mari e Pier ci avevano mostrato una splendida fotografia della cala della Pollara e tutti avevamo deciso che dovevamo assolutamente visitarla.

Ma chi è il Titanic ?Si parte senza vento e con mare piatto, naturalmente a motore. Mari si gode la navigazione a prua di Lulù e ci fa capire che lei, la scena di Titanic (video 1,5 Mb), se la beve...

Navighiamo per circa un'ora, un'ora e mezza, giungiamo a Salina e ci dirigiamo subito verso la baia di Pollara. Lo spettacolo che ci attende e uno fra i più belli delle Eolie: un'ampia baia di acqua trasparente, così trasparente da sembrare quasi inesistente, circondata da rocce a picco sul mare, piccole cale e insenature fra le scogliere e uno stupendo arco naturale costruito dalla continua azione erosiva del mare e del vento. E' abbastanza presto, la baia è vuota, Lulù e Y2K trovano un posto d'onore proprio in mezzo alla cala, in 3 metri d'acqua.

Dopo la solita gonfiatina al nostro tender, ora soprannominato affettuosamente chewing-gum per la sua consistenza, ci uniamo ai nostri amici e giriamo l'intera cala. Visitiamo da vicino tutta la costa dove ci accorgiamo della presenza di una sottilissima striscia di spiaggia di piccoli ciottoli.

La baia di Pollara

Baia di Pollara L'arco naturale di Pollara

Il nostro giro prevede la circumnavigazione di un grosso masso che si trova al centro dell'imboccatura della baia. Mik e Max trovano il posto molto interessante per un'immersione e, visto che il mal di schiena di Max è completamente sparito (merito della mitica pomata di Elena), programmano l'immersione nella tarda mattinata.

Si alza una leggera brezza che riesce a farci sopportare meglio la calura della giornata. Mentre Max e Mik si preparano per l'immersione, Elena su Lulù prepara il solito spuntino "del rientro". Lulù ormeggiata a PollaraPier non si sente molto bene, non capiamo esattamente che tipo di disturbi abbia e siamo un pò in apprensione.

Max e Mik si allontanano sul tender di Lulù e si immergono vicino al grosso scoglio individuato nella precedente escursione, Pier è in coperta sdraiato, mentre Alessandra fa la spola con il gommone fra Y2K e Lulù portando snack e dolciumi vari. Al riparo dal sole micidiale, sotto il tendalino di Lulù, Mari, Elena e Ale si gustano una serie di Bounty. Mari ci confessa l'origine del malessere di Pier... preferiamo essere discreti a proposito del nostro amico e non diciamo apertamente di cosa si tratta, possiamo solo indicare che ha a che fare con la pancia. Non è nulla di grave, Pier deve stare un pò attento alla dieta per qualche giorno ;-).

Max e Michele ritornano a bordo di Lulù e ci diamo alle folli magnate. Pier ci guarda un pò sconsolato davanti alla suo piatto di pasta in bianco. Cerchiamo di fargli coraggio. Birra fresca (o Cartizze per l'astemio Triestino), coca e un'appetitosa frittata preparata da Elena contribuiscono a rendere allegro il nostro pranzo.

Al termine, ci appisoliamo chi in pozzetto, chi in cabina: fa davvero molto caldo e la brezza ci porta soltanto un pò di sollievo.

Nel pomeriggio, dopo una serie di bagni rinfrescanti, salpiamo l'ancora e giriamo Salina. Cerchiamo un ormeggio per la notte e, in un primo momento, lo troviamo a Renella. Ormeggiate le due barche, ci rechiamo con i nostri tender al piccolo porticciolo del paese, scendiamo sulla terra ferma e facciamo qualche acquisto di alimentari. Poco dopo, il vento cambia direzione e rinforza leggermente: siamo completamente esposti e siamo costretti a spostarci. La parte dell'isola più riparata per il vento previsto dal bollettino è davanti al paese di Salina, dobbiamo fare un pò di strada per arrivarci. Ci mettiamo in marcia, noi affrontiamo una certa quantità di aliscafi e verso sera, ormai quando è quasi buio, troviamo un buon ormeggio riparato. Gettiamo l'ancora davanti al porto di Salina, al riparo della grande montagna che sovrasta il paese. Siamo piuttosto stanchi e mangiamo tranquilli ognuno sulla propria barca.

Dopo cena, noi e, naturalmente, il Tattico che predilige le ore notturne per le sue escursioni in pozzetto, ci sdraiamo per ammirare il cielo stellato. E' la notte di San Lorenzo, la notte delle stelle cadenti. Aguzziamo la vista per un pò e alla fine riusciamo a scorgerne tre. Ci addormentiamo lì mentre il Tattico si dedica all'esplorazione della tuga di Y2K. Al momento di andare in cuccetta, scopriamo Willy a prua intento ad osservare il movimento del mare. Lo acciuffiamo e ce ne andiamo tutti a dormire.

Siamo un pò tristi, l'indomani faremo rotta su Filicudi, e qui lasceremo i nostri amici: dobbiamo proseguire da soli il nostro viaggio verso le Egadi, perdere l'allegra compagnia ci rattrista un pò.

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