8 Agosto 2001
Sveglia presto oggi! Lulù e Y2K salpano l'ancora alle 8:30 del mattino, la colazione si fa in navigazione. Siamo diretti verso le famose spiagge di pomice di Lipari, si tratta di una vecchia cava dalla quale veniva estratta la pietra pomice. Nel corso degli anni, la pomice si è polverizzata creando una meravigliosa e impalpabile sabbia bianca. Il fondale di questa particolare zona è tutto di polvere di pomice e questa, in sospensione nell'acqua di mare e costantemente agitata dalle onde, crea uno strano effetto "lattiginoso" proprio vicino alla spiaggia.
Ci avviciniamo alla cava di Pomice e ammiriamo uno spettacolo davvero unico. Non riusciamo a capire se ci troviamo in mezzo al mare, alle Eolie oppure in montagna, sul Monte Bianco. Diamo fondo proprio davanti al vecchio stabilimento di estrazione della pomice, in un mare turchese che diventa sempre più chiaro, fino a diventare come latte, mano a mano che si avvicina la spiaggia.
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Ci precipitiamo a riva con i nostri tender, dobbiamo assolutamente rotolarci su questa polvere sottile e soffice come borotalco. Issiamo i gommoni sulla spiaggia, noi guardiamo con sospetto la quantità di acqua di mare penetrata all'interno del tender.... mmhmm... non è un buon segno, forse siamo in presenza di qualche foro. Ci penseremo più avanti, svuotiamo il gommone e ci uniamo ai nostri amici.
Scaliamo la montagna di pomice ridendo e scherzando come dei folli, ci cospargiamo la pelle di polvere di pomice e le femminucce della combriccola recuperano qualche souvenir: un paio di pietre di pomice di una discreta dimensione. Si uniscono alle pietre nere e alla sabbia nera di Stromboli.
Pier vuole lasciare un segno
della sua presenza e incide su una parete di pietra di Pomice una frase per i
posteri: fa appena in tempo ad immortalarla con la videocamera che un turista la
cancella e scrive la propria... povero Pier!
Nel bel mezzo della nostra festa, un gigantesco barcone getta l'ancora nelle
vicinanze del nostro ormeggio e vomita sulla spiaggia di pomice decine di
turisti...ce ne ritorniamo sulle nostre barche in attesa che la folla, terminata
la visita, se ne torni da dove è arrivata.
Gara a "chi arriva primo" alle barche, arrembaggio e abbordaggio a Lulù da parte dell'equipaggio di Y2K. Prendiamo in "ostaggio" i calzoncini da mare di Pier, stesi ad asciugare sulle draglie, come testimonianza del successo dell'impresa. A nulla valgono i tentativi del proprietario di rimpossessarsene. Verranno restituiti soltanto una ventina di minuti più tardi.
In tarda mattinata, gara di tuffi, proviamo una nuovissima tecnica portata alla ribalta da Elena e da Mik: LA CLANFA. Per una perfetta riuscita, è necessario lanciarsi bene in alto dalla plancetta della barca, quindi, al culmine del salto, aprire gambe e braccia per raggomitolarle subito dopo. L'effetto deve essere una spanciata tipica, con le ginocchia a 90° rispetto al resto del corpo. Purtroppo, al momento non disponiamo di video o foto che riprendono questo stile all'avanguardia, ma le recupereremo e le pubblicheremo sul sito... ne vale la pena ! Campione assoluto di Clanfa è Mik, seguito da Elena: noi, insieme a Mari e a Pier, dobbiamo perfezionare lo stile.
Dopo un'oretta di relax, salpiamo e ci dirigiamo verso la nostra prossima meta: la meravigliosa isola di Vulcano.
Raggiungiamo l'isola giusto in
tempo per trovare un buon ormeggio per Lulù e Y2K nel mezzo della baia chiamata
Porto di Levante. Anche qui, il numero di barche è impressionante !!! Ci
sistemiamo dopo vari slalom in 2 metri e mezzo di acqua, recuperando un
"buco" lasciato da un'imbarcazione che ha appena salpato l'ancora. Ci
assicuriamo che l'ormeggio sia sicuro per la notte, e con i tender raggiungiamo
la spiaggia. Fa un certo effetto navigare su un mare trasparente, ma reso
particolare dalla sabbia nera che ricopre il fondale. Siamo attratti da uno
strano fenomeno: in alcuni punti il mare bolle! Bolle
di gas che provengono dal cuore dell'isola, dal vulcano attivo, raggiungono il
fondo del mare e arrivano in superficie. L'aria è impregnata dal tipico odore
di zolfo, così come l'acqua del mare. Ci immergiamo in pochi centimetri di
acqua e ci godiamo un naturale, meraviglioso, incredibile IDROMASSAGGIO! Il mare
è caldo, talmente caldo che in alcune polle di acqua, proprio vicino alla riva,
è impossibile bagnarsi, si rischia un'ustione bella e buona, l'acqua è a 100°
!!!
Issiamo i gommoncini sulla
spiaggia (naturalmente nera) e, sandali ai piedi, ci avviciniamo alle zolfatare
create dal vulcano sulla terra ferma. C'e' un bar sulla spiaggia, ne
approfittiamo per gustare un gelato! Il gas bollente fuoriesce dal terreno, lo
zolfo giallo ricopre le pareti dell'isola e una pozza di fanghi impregnati di
zolfo è l'attrazione di decine di turisti. Pare che ricoprirsi per qualche
minuto con questi fanghi, faccia benissimo ad una serie di malanni: dai
reumatismi, all'artrite. Elena e Mik vogliono provare e si lanciano
in mezzo alla pozza. Noi, insieme a Mari e a Pier, preferiamo continuare a
nuotare in mezzo al mare che ribolle, caldissimo, per goderci il nostro
idromassaggio naturale. Al ritorno di Elena e di Mik, decidiamo di fare una
puntatina a piedi fino alla baia chiamata Porto di Ponente. Attraversiamo la
breve striscia di terra che separa le due baie e raggiungiamo il grosso molo
dove attraccano traghetti e aliscafi (a proposito, la nostra sindrome continua
più che mai, entrando nel Porto di Levante abbiamo evitato l'ennesimo
aliscafo... questo ci ha pure strombazzato!!!). Qui le pareti di roccia
vulcanica fumano e fa uno strano effetto vedere queste "fumarole", ci
rendiamo conto di camminare sopra un vulcano molto attivo e pronto a creare
nuove pozze di fanghi zolforosi nel giro di una notte! E' sufficiente
un'esplosione, come ci hanno raccontato gli abitanti di Vulcano. Una delle
ultime pozze è stata generata dal vulcano soltanto alcuni anni prima, in una
notte. Si è sentita un'esplosione e al mattino dopo eccola lì, la nuova
pozza... fra l'altro, proprio quella in cui Elena e Mik si sono immersi. Che
forte!
Raggiungiamo
il Porto di Ponente e decidiamo di fare un bel bagno. E' tardo pomeriggio, fa
caldo e l'acqua è oltre i 29°. C'e' un'ampia spiaggia nera, naturalmente
affollata di bagnanti, qui la sabbia è ancora più scura e il colore del mare
è ancora più strano: sembra di un marrone bruno, quasi sporco. Ma non è
affatto così, una volta in acqua ci si accorge di quanto sia in realtà
trasparente e di come l'effetto "bruno" sia dovuto al singolare colore
della sabbia vulcanica. Elena, Mik, Pier e Alessandra si lanciano in acqua e si
godono un bel bagno. Max riprende mentre Mari rimane un pò restia ad entrare in
quel mare così scuro. Alla fine si convince e si lancia anche lei nel
"mare nero" di Vulcano.
Ritorniamo al Porto di Levante, stanchi perchè la giornata è stata una delle più intense della nostra vacanza. Ci siamo divertiti davvero tanto e abbiamo visto veri spettacoli della natura.
Raggiungiamo i nostri tender e noi abbiamo modo di vedere che il nostro è leggermente sgonfio: la tesi del foro appare sempre più probabile. Torniamo a remi sulle nostre barche, Max accusa un leggero mal di schiena e Alessandra è preoccupata per un possibile "colpo della strega": non è la prima volta che Max ne soffre. Speriamo che fanghi, bolle e mare caldo siano serviti a contenere il male. Una volta in barca, la nostra pelle è impregnata del forte odore di zolfo, così come i nostri capelli. Tutti fanno una rinfrescante doccia in plancetta, ma l'odore dello zolfo non se ne andrà via, rimarrà per parecchi giorni ancora. Sicuramente non avremo più brufoli per un bel pò !!
Si cena su Y2K, Pier è il cuoco oggi. Prepara una mega spaghettata ai peperoni "alla sicula" (dice lui). Eccolo, si prepara a soffriggere i peperoni su Y2K, ma nel momento più importante, squilla un telefono cellulare... E' il telefono di Pier: risponde e la sua faccia cambia espressione. Si tratta del Grande Capo in persona e i peperoni finisco bruciati... Al secondo tentativo, i peperoni soffriggono e appassiscono al punto giusto, la spaghettata è ottima, mangiamo tutti con gusto, accompagniamo gli spaghetti con il solito Cartizze e riviviamo insieme la giornata. Dopo cena, un bel limoncello contribuisce ad elevare il nostro tasso alcolico e ci sembra che Mik abbia ancora gli occhietti "pallati" come quando ci trovavamo a Panarea... bhè meno male che ormai è ora di andare a dormire. Siamo davvero stanchi morti.
Massaggio a base di Muscoril per Max: speriamo bene. Il tempo di poggiare la testa sul cuscino e di fare un pò di coccole a Willy che piombiamo in un sonno profondissimo.
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