Partenza ! Parigi e la nuova Era Glaciale

Milano - Linate, 28 Dicembre 2006, ore 10:30.

Ancora sconvolti dalle abbondanti libagioni natalizie, "rotoliamo" vero l'aerostazione dopo aver lasciato l'auto nel parcheggio. I nostri amici Adry e Cate sono già con noi, ci siamo recati all'aeroporto con la nostra macchina. Raggiungiamo l'area di check-in Meridiana e svolgiamo le operazioni senza intoppi. Adesso non ci rimane che attendere il volo per Parigi previsto per le 12:15.

Fa freddino, ma non troppo. Siamo parecchio esaltati e non vediamo l'ora di arrivare a destinazione. Seduti davanti al nostro gate, già si discute di Rhum Agricole, Carib Beer, aperitivi e cenone di Capodanno.

Siamo molto stanchi, ci scattiamo un paio di foto, giusto per avere la situazione del "prima" e del "dopo". I nostri primi piani sono talmente terrificanti da risultare non pubblicabili su questo sito :-) Il volo Meridiana è in perfetto orario, saliamo a bordo e non ci accorgiamo neppure che l'aereo ha già iniziato la discesa su Parigi da quanto parliamo fitto, fitto della futura vacanza. Il carrello tocca la pista di Parigi Charles De Gaulle, siamo puntualissimi.

Recuperiamo i nostri bagagli e usciamo dall'aeroporto dove un'auto è in attesa per portarci in hotel, dall'altra parte della città, vicinissimo all'aeroporto di Orly.

Raggiungiamo l'hotel verso le 15, molliamo le valigie e decidiamo di approfittare delle rimanenti ore pomeridiane per una visita lampo alla città del glamour e dei fasti francesi per antonomasia. Una volta lasciato il nostro albergo, ci rendiamo conto di due cose molto importanti:

  1. Parigi è avvolta dal gelo e dalla nebbia.

  2. Il nostro abbigliamento non è esattamente adeguato ad affrontare tale situazione. Un giubbotto imbottito, i jeans, scarpe sportive... Non abbiamo nè guanti pesanti, nè sciarpa.

Parigi: Adry e Cate sotto la Tour Eiffel. Ale e Max sotto la Tour Eiffel. Parigi: la Tour Eiffel.

Stoicamente, imbacuccati il più possibile nei nostri giubbotti, prendiamo il bus che ci porta alla Metro. Saliamo sul treno e scendiamo ad una delle tante fermate del centro della città. E' ancora pomeriggio pieno, ma è già buio e fa un freddo cane. Visitiamo la Tour Eiffel situata a pochi metri dalla fermata della Metro. La vetta della torre scompare nella nebbia, le luci di illuminazione applicate per tutta la lunghezza della torre si riflettono sulla cortina fumosa grigiastra e creano un effetto scenico molto particolare. Questo monumento è davvero speciale ! Scattiamo numerose fotografie cercando di ignorare il freddo pungente che continua ad aumentare così come la nebbia. Abbiamo le ginocchia insensibili.

Lasciamo la torre e ci dirigiamo verso l'altrettanto famoso Trocadero. Camminiamo rigidi nei nostri jeans congelati e ci riscaldiamo cercando di aumentare il passo... Giunti a destinazione, attendiamo lo scoccare dell'ora dalla grande piazza con la vista mozzafiato sulla torre Eiffel. Gli effetti di luce della torre si perdono totalmente nella nebbia. Prossimi all'assideramento, ci infiliamo in un bar dove beviamo cioccolata calda, tè e una sorta di punch bollente per recuperare la corretta temperatura corporea. Rimaniamo seduti al caldo per più di una buona mezz'ora, quando è il momento di andare, ci accorgiamo di non avere nessuna intenzione di continuare il nostro giro turistico nonostante tutte le buone intenzioni e di essere piuttosto affamati.

Parigi: la Tour Eiffel si perde nella nebbia. Parigi: un'altra suggestiva immagine. Il vertice della torre scompare nella nebbia. Parigi: il ristorante Le Julienne.

Saltiamo su un taxi e ci facciamo portare in un ristorante non molto lontano consigliatoci dal papà di Max: Le Julienne. Mangiamo molto bene, in abbondanza e spendiamo il giusto (a parte il vino, quello sì è un pò caro).

E' il momento di tornare in hotel. Ci facciamo chiamare un taxi: probabilmente il conducente non è a conoscenza dell'effettivo utilizzo dell'acceleratore e attacca con un'andatura-lumaca (autostrada compresa) che ad occhio e croce non supera mai i 60 km/orari... quando si va forte. Abbiamo il latte alle ginocchia. Adry - notoriamente famoso per amare la velocità in auto - è prossimo al tracollo e all'omicidio...

Dopo un'eternità in mezzo alle nebbie, finalmente siamo di fronte all'albergo. Il freddo è da Era Glaciale. Ce ne andiamo nelle nostre rispettive camere per un buon sonno ristoratore sotto le coperte imbottite. L'indomani alle 11:30 ci aspettano 8 ore di volo belli inscatolati sul 747 della CorsAir: destinazione Fort-de-France.

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