15 Marzo 2006

lle 7 siamo già in piedi per prepararci alla navigazione verso St. Barth. Facciamo colazione e terminiamo di sistemare la barca. Alle 8:45 salpiamo l'ancora ed attendiamo - come al solito - che il ponte si sollevi per uscire da Simpson Bay Lagoon. Una volta fuori, facciamo rotta su St. Barth lasciando Simpson Bay di poppa. St. Barth è territorio Francese, la moneta è l'Euro e si parla Francese. Non dobbiamo fare dogana, non dobbiamo mostrare i passaporti. Siamo in Europa !

Saint Barthelemy

Cortesia di http://www.stbarth.com/islandinfo.shtm

Diamo un'occhiata alla carta di St. Barth e decidiamo di puntare su Anse de Colombier, una baia a Nord Ovest dell'isola. La baia è parte del parco marino di St. Barth ed è dotata di gavitelli per l'ormeggio delle barche. Raggiungibile solamente via mare o tramite una lunghissima camminata, leggiamo inoltre sul nostro portolano-guida che in tutta la cala è vietatissimo dare fondo in quanto i fondali sono ricchi di coralli e di gorgonie. Soltanto in una stretta parte centrale il fondo del mare è sabbioso e soltanto qui è possibile utilizzare la propria ancora. A causa delle numerose specie marine presenti nell'area del parco e degli incredibili fondali, Anse de Colombier è ideale per fare snorkeling.

Come previsto, la navigazione è tutt'altro che confortevole: Baie de Colombier è posta esattamente in linea con la direzione del vento. Il mare molto mosso completa il quadro già desolante. Procediamo facendo un numero inenarrabile di bordi, Cent Lieues avanza a fatica fra le onde. Proviamo ad aiutare accendendo il motore, ma non è che la situazione migliori molto. Di tirare giù le vele e procedere con il solo ausilio del motore non se ne parla neppure: non potremmo farcela contro mare e contro vento, per non parlare del fatto che sbatteremmo come turaccioli.

Avanziamo faticosamente, un bordo dopo l'altro, fino ad avvicinarci ad una piccola isoletta, Ile Fauches, che si trova proprio si fronte ad Anse de Colombier. Una volta raggiunto il capo estremo dell'isolotto, l'effetto dei bassi fondali, delle barriere coralline ed il ridosso offerto da St. Barth si fa sentire ed il mare si calma di molto. Tiriamo giù tutto e percorriamo le rimanenti poche miglia a motore, non vogliamo correre il rischio di raggiungere la baia dopo il tramonto e procedere a vela ci farebbe perdere un mucchio di tempo. Cent Lieues fa comunque fatica ad avanzare con il suo motorino e la sua elica a due pale.

St. Barth: avvicinamento St. Barth: si ammainano le vele St. Barth: Isle Fauches

Abbiamo lasciato Simpson Bay da quasi quattro ore, finalmente raggiungiamo Anse de Colombier che ospita già alcune barche sia al gavitello che all'ancora. Notiamo che i gavitelli sono posti ai due lati della baia e che sono di due colori distinti. Ci documentiamo consultando il nostro portolano-guida: ai gavitelli bianchi possono ormeggiarsi imbarcazioni fino a 14 piedi, mentre a quelli gialli imbarcazioni fino a 20 metri. Leggiamo, inoltre, che la parte della cala più riparata ed ottimale per un ormeggio più confortevole - leggi senza rollio - è quella di sinistra. Manco a dirlo, in quella zona di gavitelli gialli liberi non ne vediamo neppure l'ombra. Ci rassegnamo a cercarne uno libero sulla destra: ovviamente lo troviamo e lo agguantiamo.

Anse de Colombier: il gavitello Anse de Colombier: lato destro Anse de Colombier: la baia
Anse de Colombier: la baia Anse de Colombier Anse de Colombier: la spiaggia

Una volta sistemati, ci concediamo qualche minuto di relax per scrollarci di dosso il torpore e la fatica della bolina, poi cominciamo a guardarci intorno. La baia è semplicemente STUPENDA ! Mare color smeraldo, barriera corallina multicolore, spiaggia di sabbia bianca accecante, palme, pellicani e nient'altro ! Niente case, niente strade, niente musica, niente di niente, solamente natura incontaminata. Una coppia di tartarughe marine completa lo splendido paesaggio: nuotano tranquille, si immergono, poi riaffiorano e le loro testoline fanno capolino dalla superficie... ci ricordano le British Virgin Island. Rimaniamo incantanti. Quale migliore occasione per provare il nostro nuovo recente acquisto: la fotocamera digitale con custodia impermeabile subacquea.

Nel giro di pochi minuti siamo pronti con pinne, maschera, boccaglio e ci tuffiamo in acqua. Iniziamo a perlustrare la barriera corallina che si estende al lato destro della baia. Il primo incontro sottomarino è con una delle tartarughe avvistate in precedenza. L'animale nuota placidamente a poca distanza dal fondo e non pare affatto impaurita o disturbata dalla nostra presenza. Ci avviciniamo cercando di fare meno rumore possibile e la immortaliamo in un paio di scatti. Poi ci dedichiamo alla barriera: coralli, gorgonie, miriadi di pescetti coloratissimi e fosforescenti, pesci pappagallo, aggraziati pesci angelo e pesci chirurgo. Non manca la "presenza inquietante" del solito barracuda di pattuglia che scandaglia i dintorni con il suo occhio attento. Fotografiamo anche lui e lo lasciamo in pace.

E ancora: aguglie verdi, ricci di mare dagli aculei dalle punte bianche, corallo cervello, pesci clown ed, ovviamente, le anemoni che fungono da loro dimora. Siamo fortunati ad imbatterci in un numeroso branco di pesci di un blu cobalto cangiante. Il colore è molto più intenso alle estremità (pinne e coda), più diluito nella zona centrale del corpo. Sono tranquilli e possiamo avvicinarci tanto da toccarli. Cambiano direzione tutti insieme e contemporaneamente, veniamo circondati. Scattiamo più foto possibili, quindi ci allontaniamo e li lasciamo alle loro faccende.

Anse de Colombier: pronti per lo snorkeling Snorkeling Snorkeling: ricci
Snorkeling: il gruppo di pesci blu Snorkeling: il gruppo di pesci blu Snorkeling: corallo cervello e corallo a ventaglio
Snorkeling: pesce pappagallo Snorkeling: corallo e pesce angelo Snorkeling: riccio dagli aculei bianchi.

Continuiamo la nostra esplorazione fino al capo estremo a destra della baia, nel mare aperto. La pelle delle nostre dita è ormai totalmente raggrinzita ed anche se desideriamo tanto nuotare ancora, è il momento di sospendere e di tornare a bordo.

Ci asciughiamo al sole, ci prepariamo uno snack e discutiamo delle meraviglie immortalate dalla nostra fotocamera e degli incontri subacquei. Terminato l'ambiente sottomarino, è ora la volta di atterrare e di esplorare la spiaggia. Senza perdere troppo tempo, siamo già a bordo del tender e ci dirigiamo verso terra. Dopo un rapido esame, ci rendiamo conto che la risacca è molto forte, il gommone ha la chiglia rigida ed è piuttosto pesante. Onde evitare cappottamenti e scene fantozziane di ilarità per tutti gli ospiti della cala, abbandoniamo l'idea di spiaggiare con il tender. Ci concediamo solo un bagno a pochi metri dalla riva, poi effettuiamo un tour completo della baia, quindi ritorniamo su Cent Lieues.

Snorkeling: un riccio ed una spugna di mare. Snorkeling Snorkeling: la tartaruga... cliccate per ingrandire.
Anse de Colombier: bagni in spiaggia Anse de Colombier: Cent Lieues al gavitello Anse de Colombier: si prende il sole
Baie de Colombier: Ale, sullo sfondo la splendida spiaggia Anse de Colombier: autoscatto... Anse de Colombier: il comandante

La giornata è stata piena, noi siamo esausti, ma contenti e soddisfatti per la scelta di visitare St. Barth... nonostante le 4 ore di bolina. Trascorriamo il resto del pomeriggio a prendere il sole, nell'ozio più totale.

Alla sera il cielo si copre e comincia a cadere una leggera pioggerellina. Durante la notte la pioggerellina si trasforma in un vero e proprio acquazzone tropicale che sciacqua abbondantemente Cent Lieues dal sale marino. Allo stesso tempo il vento sparisce completamente e, come indicato nel nostro portolano-guida, noi che siamo sul lato destro della baia cominciamo a dondolare ed a girare come trottole attorno al gavitello.

Buona notte.

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