8 Marzo 2006
i svegliamo
verso le 8 - il fuso si fa ancora sentire - la giornata è molto bella. Ci
prepariamo una colazione gigantesca con tanto di caffè
italiano e caffettiera portata direttamente dall'Italia. Non potevamo
assolutamente resistere due settimane bevendo quella specie di liquido scuro che
gli americani chiamano caffè... e poi non sapevamo di trovare la miscela
italiana nel market della base Moorings... e poi ancora... senza caffettiera la
miscela può anche essere italiana, ma non ci si fa nulla :-)
Gustiamo la nostra colazione in pozzetto, ammirando la splendida Philipsburg Great Bay, le numerose imbarcazioni all'ancora, il via vai dei boat-taxi che accompagnano i turisti delle navi da crociera a terra, le evoluzioni dei numerosi pellicani che avvistano la preda e si lanciano in tuffi spericolati sulla loro colazione, le nuvolette a batuffolo che corrono nel cielo azzurro.
Terminata la colazione, decidiamo di recarci subito presso il grosso supermarket della capitale, centro famoso e rinomato in tutti i Caraibi, per completare la nostra cambusa prima che faccia troppo caldo. Recuperiamo zaini, passaporti e danaro, saltiamo a bordo del tender e raggiungiamo il porto di Philipsburg. Troviamo un dinghy dock, agganciamo il nostro gommone e ci lanciamo alla ricerca del market. Malgrado sia mattino, a terra fa già molto caldo. Ci trasciniamo verso la città che rappresenta un vero paradiso dello shopping in particolare per gli Americani: duty free a go-go, banche a non finire, centri commerciali infiniti pieni zeppi di prodotti europei. Ben presto scorgiamo la nostra meta, il famoso supermercato SANGS. Entriamo e troviamo davvero di tutto, anche la marca ed il tipo di deodorante che solitamente acquistiamo in Italia ! Facciamo diligentemente la spesa e spendiamo pure pochissimo...
Una volta pagato, recuperiamo i nostri sacchi e ci apprestiamo a tornare lentamente verso il porto ed il nostro tender. Una volta raggiunto il pontiletto, carichiamo i sacchi sul gommone e smotoriamo fino a Cent Lieues. Saliti a bordo sistemiamo la spesa e trascorriamo il resto della mattinata a mollo in mare, prendendo il sole e tuffandoci per rinfrescarci.
Poco prima di pranzo, approfittando della meteo favorevole, molliamo gli ormeggi per dirigerci verso la nostra tappa successiva: Simpson Bay (vedi carta qui a fianco a sinistra, cortesia http://stmaarten-websites.com/megayacht/megayacht/maps/map.htm). Posta a Nord-Ovest rispetto a Philipsburg, Simpson Bay è un'ampia baia di acqua verde smeraldo a forma di mezza luna, circondata da una spiaggia mozzafiato e sulla quale si affaccia l'aeroporto internazionale Princess Juliana. Simpson Bay offre anche un'altra particolarità ai suoi visitatori: l'accesso tramite un ponte mobile alla incredibile, immensa e spettacolare laguna interna, cioè, Simpson Bay Lagoon.
Cent Lieues lascia Philipsburg e volge la prua verso Nord-Ovest, il vento è ancora un Est Sud-Est, la navigazione di poppa è tranquilla e rilassata. Raggiungiamo Simpson Bay, che dista sole 6 miglia da Philipsburg, in un'oretta circa. Diamo fondo in 5 metri di acqua, di fronte ad un resort, in un mare color acquamarina.
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Non appena l'ancora agguanta e la barca si sistema, ci lanciamo immediatamente in acqua per rinfrescarci un pò e fare qualche tuffo prima di pranzo.
Tornati a bordo, ci asciughiamo al sole e ci guardiamo intorno: il mare è splendido, il nostro ormeggio è uno fra i più interni e ridossati sulla sinistra della baia, una barriera corallina situata a SE ci protegge dalle onde del mare. Il canale di ingresso verso il ponte che conduce alla laguna interna si trova alla nostra destra. Ci prepariamo uno spuntino a base di insalatona fresca e concludiamo con un ottimo caffè espresso preparato con la nostra mitica moka. Mentre pranziamo, ci informiamo sull'accesso a Simpson Bay Lagoon consultando il nostro Portolano-Guida. Per permettere il transito alle imbarcazioni in entrata od in uscita, il ponte viene sollevato tre volte durante l'arco della giornata: alle 9:30, alle 12:00 ed alle 17:30. Il traffico viene regolato da un semaforo, le barche in uscita hanno la precedenza su quelle che entrano nella laguna. Decidiamo di fare questa esperienza durante la nostra permanenza nelle acque di St. Martin.
Il pomeriggio trascorre all'insegna delle attività marine: tuffi, nuotate, pisoli, letture. Assistiamo all'impressionante decollo dell Airbus AirFrance, il gigante di metallo si solleva lentamente e passa a pochi metri di distanza dalle barche e dai loro alberi più alti: tratteniamo il fiato per un pò.
Verso sera ascoltiamo il bollettino meteo: per la cronaca, tutta la zona delle Antille Francesi è coperta da MeteoFrance Caribbean (incredibile !) che offre la lettura del bollettino due volte al giorno, mattino e sera, in Francese ed in Inglese. Purtroppo non ci sono proprio buone notizie: è in arrivo un fronte Atlantico che porterà nelle prossime ore forte vento da N-NE con raffiche sui 30-35 nodi e, cosa più seccante, north swells (le onde oceaniche da nord) di 5 metri e pioggia. Roba da matti... le depressioni atlantiche ci inseguono ovunque ed a qualsiasi latitudine. Siamo convinti che in caso di vacanza nel Pacifico del sud ci beccheremmo comunque una piccola depressione atlantica anomala e pure fuori rotta a causa dell'Anticiclone delle Azzorre !
Per consolarci ci prepariamo
una gustosa cenetta cucinando al barbecue due succulente bistecche acquistate
presso il
mega-supermercato di Philipsburg. Si rivelano un pochino stoppose, ma ci
accontentiamo lo stesso.
Non appena terminiamo la cena, il vento muore del tutto. Il mare è una tavola immobile e noi già assaporiamo una dormita da record per tutta la notta. In realtà, non abbiamo neppure il tempo di sdraiarci in cuccetta perchè - assolutamente in modo improvviso - arriva il fronte depressionario. Passiamo da 0 a 30 nodi in meno di 3 secondi, la barca gira e volge la prua a NE ! Balziamo giù dal letto e ci catapultiamo in pozzetto per verificare la situazione. Si scatena il panico nella baia: colti alla sprovvista e probabilmente ignari delle previsioni meteo, altri armatori lottano per mantenere il controllo della propria barca e della posizione. Barche che arano e partono per la tangente, barche che issano l'ancora e si spostano freneticamente, svariati tentativi di ormeggio falliti, un 50 piedi ormeggiato al nostro fianco si sposta più all'interno e dà fondo praticamente in spiaggia dopo due tentativi andati a vuoto. Controlliamo la nostra ancora che pare tenere molto bene, dopo un paio di scossoni e di potenti strattoni sotto le raffiche rabbiose, abbiamo praticamente la certezza matematica che non si schioderà dal fondo nemmeno in caso di cataclisma.
Nonostante questa certezza, di dormire sonni tranquilli ormai non se ne parla più. Ci rintaniamo sotto coperta e schiacchiamo dei lunghi pisoli, sonnecchiando. Ogni tanto ci svegliamo e buttiamo fuori la testa per controllare la nostra posizione e quella degli altri. Inizia a piovere e scrosci di acqua piovana lavano completamente Cent Lieues. Il rumore della pioggia insieme agli ululati delle forti raffiche ci accompagnano per tutta la notte.
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