6 Marzo 2006
ono
le ore 5 antelucane di un livido mattino milanese. Con il trillo della sveglia
ha inizio la nostra vacanza caraibica di metà anno. I bagagli sono pronti,
dobbiamo solo trovare la forza di tirarci su dal letto, di prepararci ed andare
in aeroporto. Anche il nostro Tattico - offeso per il mancato invito al viaggio,
visto che ormai possiede anche il passaporto - si è concesso una vacanza, è
infatti ospite del papà di Ale.
Anche per quest'anno, il nostro è un volo AirFrance, ma questa volta percorreremo soltanto due tratte: Milano-Parigi e Parigi-St. Martin. Appunto l'isola caraibica per metà Francese e per metà Olandese rappresenta la nostra meta finale. Qui abbiamo noleggiato un Moorings 362 presso la base di The Moorings di Oyster Pond. Meteo permettendo, è nostra intenzione visitare St. Martin, St. Barthelemy (St. Barth), Anguilla e magari anche Antigua. Queste isole fanno parte del gruppo denominato Isole Sottovento. La navigazione che ci aspetta è più impegnativa rispetto a quella tranquilla e rilassata nelle acque delle BVI, percorreremo tratti in pieno Oceano Atlantico ed incontreremo forti correnti oceaniche. Staremo a vedere.
La mattinata è gelida, arriviamo a Linate e parcheggiamo la nostra automobile. Entriamo nell'aerostazione e ci rechiamo al banco Alitalia Business - ce la siamo concessi di nuovo :-) - per effettuare il check-in. Un brivido percorre le nostre schiene quando raggiungiamo l'area: in coda presso i banchi Alitalia, compresa la Business, c'è tutto il mondo e le operazioni procedono piuttosto a rilento... Più o meno pazientemente, ci spariamo un'ora di attesa in fila. Il tempo passa, il nostro volo per Parigi è alle 6:55, verso le 6 cominciamo a preoccuparci seriamente.
Quando è il nostro turno per ottenere le carte di imbarco, una signora poco cordiale ci comunica "spiacente, ma il vostro volo è chiuso". "Come chiuso !!?" - dice Max quasi urlando e tentando di spiegare che a) non esiste che Alitalia faccia aspettare così tanto, b) abbiamo una coincidenza a Parigi per un volo intercontinentale che non possiamo permetterci di perdere. La signora antipatica ci dice che con il solo bagaglio a mano può darci le carte di imbarco... certo... 10 giorni di vacanza con un paio di mutande ed uno spazzolino da denti...
Dopo varie discussioni, saranno stati i nostri biglietti di business o forse - cosa più accreditata - l'espressione da serial killer di Max, la signora antipatica ci dice di recarci presso il banco numero 72 per un "imbarco prioritario" senza darci alcuna indicazione. Ci affanniamo a cercare questo banco senza assolutamente trovarlo. Disperati, ignoriamo gli altri passeggeri in coda per il check-in in Economy e ci presentiamo da un'altra signora dall'espressione più affabile. Spieghiamo la situazione, la signora capisce il nostro problema, ci fa le carte di imbarco e ci etichetta i bagagli con una striscia giallo-fosforescente con su scritto PRIORITY. Ci indica lo sportello per l'imbarco bagagli prioritario.
Corriamo freneticamente verso lo sportello imbarco prioritario, depositiamo sul nastro i nostri bagagli con la sgradevole sensazione di non rivederli mai più e ci lanciamo in una corsa pazza verso il controllo sicurezza. Superiamo tutti quelli che sono in fila, passiamo i controlli e di nuovo a correre disperatamente verso il gate mentre dall'altoparlante continuano a chiamare i nostri nomi per l'imbarco immediato.
Con il cuore in gola, un infarto dietro l'angolo e assolutamente senza fiato, raggiungiamo il gate, diamo le carte di imbarco e siamo sul bus sotto gli sguardi seccati delle altre persone. Quando saliamo a bordo dell'Airbus A320 sono le ore 6:35... gli altri passeggeri ci squadrano lanciandoci occhiate omicide... Subito il capitano inizia la procedura di decollo, ma ormai avremmo dovuto essere sulla pista e perdiamo la priorità sul corridoio. Per colpa nostra il volo Alitalia/AirFrance parte con un ritardo di più di mezz'ora... facciamo finta di niente per tutta la durata del viaggio.
Atterriamo a Parigi quasi in orario, l'Airbus ha inserito la velocità curvatura ed è riuscito a recuperare molti dei minuti di ritardo. Ci trasferiamo in pullman al terminal da cui partiremo per St. Martin. A Parigi fa un freddo becco !
Raggiunto il terminal, gironzoliamo un pò, comperiamo qualche libro, contavamo di farlo a Linate, ma gli eventi ce lo hanno impedito. Ci dobbiamo accontentare di leggere i romanzi in inglese. Decidiamo di recarci presso la lounge AirFrance in attesa dell'imbarco. Qui ci accomodiamo, mangiamo qualche stuzzichino e scopriamo che il volo intercontinentale per St. Martin delle 11:00 è simpaticamente in ritardo di un'ora e mezza...
Trascorriamo il tempo pisolando, mangiucchiando, bevendo qualche bibita e un paio di caffè, poi, finalmente, annunciano l'imbarco del nostro volo. L'Airbus A340 decolla portandosi dietro il ritardo. Ale passa alle droghe, ma avendo trascorso i precedenti 8 mesi a volare per i cieli di tutta Europa, le 8 ore e 40 che ci separano da St. Martin rappresentano quasi una formalità.
Alle 16:10 ora locale, 20:10 ora Italiana, l'Airbus atterra all'aeroporto internazionale Princess Juliana di St. Martin. Lasciato il freddo inverno europeo, veniamo accolti dal sole caldo, il cielo azzurro, i colori intensi ed il mare cristallino dei Caraibi. 28 gradi, brezza... ci sentiamo rigenerati.
Sbrighiamo velocemente le formalità doganali e ci apprestiamo a ritirare i nostri bagagli... sempre che siano stati imbarcati sull'aereo giusto e che non si trovino invece a girare senza fine su un nastro trasportatore di Dubai. In quest'ultimo caso, dovremmo affrontare uno shopping fuori programma. Aspettiamo una trentina di minuti, gli altri passeggeri, uno dopo l'altro, recuperano le proprie valigie. Quando ormai la nostra speranza è ridotta ad un lumicino, scorgiamo un'etichetta giallo-fosforescente: ECCOLI ! Tiriamo un sospirone di sollievo.
Acchiappate le nostre borse, ci avviamo all'uscita e qui ci capita un colpo di fortuna. Non abbiamo richiesto il trasferimento alla base Moorings, ma scorgiamo un ragazzo con la divisa della famosa società di charter in attesa accanto ad un minivan. Gli chiediamo se ha spazio per noi e se - in caso positivo - possiamo approfittarne. Il ragazzo ci risponde che non c'è assolutamente problema e di saltare a bordo. Non ce lo facciamo ripetere due volte e ci uniamo alla compagnia. Raggiungiamo la base Moorings verso le 18:00, è tardi per gli standard dell'isola e gli uffici sono chiusi. Tuttavia, appeso alla porta della reception, troviamo un messaggio per noi con tutte le indicazioni necessarie per riconoscere e raggiungere la nostra barca.
5 minuti dopo, siamo a bordo di "Cent Lieues", il nostro 362, 3 cabine, 1 bagno, battente bandiera francese ed immatricolata presso Point-à-Pietre, Guadalupe - dobbiamo esercitarci parecchio prima di pronunciare correttamente il suo nome. Disfiamo i bagagli in fretta, siamo stanchi morti e nonostante sia ora di cena non abbiamo molta fame. Abbiamo mangiato troppe "schifezze" sul volo intercontinentale.
Ci ficchiamo in cuccetta e crolliamo immediatamente. L'indomani sveglia alle 8:15 per il briefing delle 9. Siamo di nuovo ai Caraibi, pronti ad unirci alla Filibusta per affrontare nuove, esaltanti avventure.
La Carta dei Caraibi cortesia -
http://worldatlas.com/webimage/countrys/carib.htm