9 Marzo 2005
Cortesia di
http://www.bvitourism.com/
lle 7 siamo già
in piedi e pimpanti, pronti a fare colazione. Ogni volta che passiamo un pò di
tempo a bordo di una barca, ci accorgiamo di come i nostri ritmi cambino in
maniera sostanziale. Seguiamo la natura, mangiamo alimenti sani - specialmente
tanta frutta e verdura fresca - ci addormentiamo un'ora prima del tramonto e ci
svegliamo un'ora dopo l'alba senza sentirci spossati, assonnati o rimbambiti.
La vita sana favorisce la dieta di Max che dimagrisce a vista d'occhio :-)
Ci prepariamo una sana colazione e poi siamo pronti a mollare la cima che ci tiene al gavitello. Navighiamo verso la passe e usciamo dal reef senza problemi - ormai siamo "troppo caraibici" e ci dirigiamo subito ad Est.
Le
previsioni sono assolutamente precise, il tempo è splendido, la temperatura è
nettamente in aumento e abbiamo un venticello debole (meno di 10 kn) da NNE. Non
abbiamo certo fretta, dobbiamo percorrere circa 20 miglia per raggiungere la più
spettacolare e riparata baia delle BVI, Gorda Sound.
Dopo circa 2 ore, navighiamo con il solo Genoa di fronte ad un gruppo di quattro isolotti chiamati The Dogs (I cani). Più che veri isolotti, sembrano degli scogli un pochino "cresciutelli", si trovano ad Ovest di Virgin Gorda ed i loro nomi sono molto "fantasiosi": West Dog, Great Dog, George Dog (la più grande, con possibilità di ormeggio) e Seal Dog. Il nostro Portolano/Guida ci dice che The Dogs sono il posto più affascinante dell'arcipelago per effettuare immersioni ARA.
Passiamo in mezzo alle isole ed il vento cala del tutto. Siamo costretti a chiudere il Genoa e a dare motore.
Trascorre circa una mezz'ora, riusciamo a riaprire il Genoa, ma la direzione del vento è adesso da NE (praticamente dove dobbiamo andare noi...). Non abbiamo voglia di accendere il motore per cui decidiamo di fare qualche bordo insieme ad altre barche.
Durante la navigazione, consultiamo la carta nautica della zona per decidere come meglio approcciare la passe. Ad Ovest, la baia di Gorda Sound è delimitata da un'isoletta di nome Mosquito Island. Fra Mosquito Island e Virgin Gorda (Anguilla Point) esiste un passaggio con profondità massima di 6 piedi. Sea Rider pesca 5 piedi per cui dovremmo essere a posto, dovremmo riuscire a passare senza problemi così da evitare di aggirare Mosquito Island e puntare diritto sulla passe di Gorda Sound.
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Cortesia di http://www.bareboatsbvi.com/ |
Rimaniamo tuttavia abbastanza titubanti: la carta fornita da The Moorings riporta tale passaggio come "Difficult" - difficile - e "Dangerous" - pericoloso. E' vero che la società di charter è molto conservativa per evitare spiacevoli incidenti con i meno esperti (in effetti, gli equipaggi sono parecchio eterogenei e si trova di tutto), ma questo mare ci è pur sempre sconosciuto. Decidiamo di non rischiare e facciamo il giro di Mosquito Island.
Finalmente, lasciata l'isoletta a dritta, scorgiamo l'ingresso della baia: non abbiamo mai visto nulla di simile ! A parte il fatto che il passaggio è piuttosto grande e non il micro-budello pericoloso che appare dalla lettura della carta e non sembra affatto così tanto complicato come ci dicevano al briefing di Moorings dove hanno tentato di terrorizzare gli equipaggi... - ok, forse potevamo tentare il passaggio fra Mosquito Island e Virgin Gorda :-) - lo spettacolo è unico. La baia è gigantesca, le coste sono rocciose, verdissime. Il colore del mare all'interno è indescrivibile. Non riusciamo a scorgere tutto il Sound, alcune insenature si addentrano così tanto nell'isola che non si riesce ad identificarle bene. Verso il mare aperto, Gorda Sound è delimitato da Mosquito Island appunto ad Ovest e a Est da Prickly Pear Island. Più a nord di quest'ultima troviamo Eustatia Island e Necker Island (isola privata !!! Visitare questo sito per credere ! http://www.virgin.com/subsites/necker/). Fra Prickly Pear Island e la parte più ad Est di Virgin Gorda, nel bel mezzo di un banco di sabbia corallina, sorge un minuscolo isolotto: Saba Rock.
Ci
prepariamo a navigare nella passe e ammainiamo le vele. Diamo motore ed
entriamo. Incredibile ! Il reef è sia alla nostra destra che alla nostra
sinistra, ci muoviamo all'interno di un largo passaggio ben segnalato dal faro
verde a sinistra e da quello rosso a destra, i colori sono inimmaginabili.
Percorriamo una striscia di mare turchese e trasparente emozionatissimi. Alla
nostra destra la barriera si addentra di parecchio nella baia e rappresenta un
meraviglioso ridosso naturale dai mille colori, c'è un ormeggio davanti ad un
villaggio abbandonato, è protetto da questa barriera e l'acqua azzurra è uno
specchio. Ci guardiamo intorno, gli altri principali ormeggi di Gorda Sound sono
piuttosto affollati e noi desideriamo stare un pò tranquilli.
OK, decidiamo di puntare alla nostra destra, verso lo specchio di mare a ridosso del reef. Qui ci sono 4 barche, nessuna di queste è charter, tutte sembrano attrezzate per lunghe navigazioni d'altura. Consultiamo la carta: siamo al Drake's Anchorage ! Ci avviciniamo piano, individuiamo uno splendido posticino a circa 400 metri dalla spiaggia e diamo fondo.
Filiamo abbondante catena
accorgendoci subito dopo di aver calcolato automaticamente lo spazio necessario
anche in
caso di vento da terzo o quarto quadrante... Qui questo NON è possibile, ci
mettiamo a ridere.
Descrivere questo posto con le parole è un'impresa assai ardua: intorno a noi un fondale di sabbia ed un mare calmo e turchese, 4 barche cullate dalla brezza. Davanti a noi, un arcobaleno di colori della barriera corallina. Oltre la barriera, il mare aperto che diventa repentinamente di un intenso blu cobalto, là dove il reef termina a picco. Dietro di noi, una spiaggia dorata e bagnata da un mare che cambia tutte le sfumature possibili di azzurro, fino a diventare praticamente trasparente. Palmeti, mangrovie e la montagna. Sopra di noi, un cielo blu e batuffoli di nuvolette che si inseguono. Sotto di noi, una placida e curiosa aquila di mare (qui si chiamano sting ray) si avvicina per dare un'occhiatina al bulbo di Sea Rider, quindi "vola" via serafica (anche lei !). Non si può andare oltre a questo, le sensazioni sono impossibili da riportare in uno scritto.
Non riusciamo a resistere più a lungo, afferrati maschere, boccagli e pinne, ci fiondiamo sul nostro tender e andiamo a fare snorkeling sulla barriera corallina. Arrivati all'estremità, ci tuffiamo e ci lasciamo trasportare dalla corrente - che spinge verso l'interno della baia - attaccati al gommone. Guai ad usare ancore od ancorotti qui !
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Osserviamo il paesaggio sottomarino che scorre sotto di noi, coralli di tutti i colori e forme: uno in particolare attrae la nostra attenzione, è color porpora scuro, ha la forma di un ventaglio e sembra fragilissimo ! Stupendo. Le aragoste fanno capolino dai sassi, scorgiamo le loro antenne. Pescetti colorati ci guardano curiosi, vediamo molte conchiglie tra cui numerosi Strombi, molto comuni nelle acque dei Caraibi e che qui si chiamano Conch. Con questi molluschi si cucinano molte pietanze, dalle zuppe, ai condimenti, ai contorni.
In meno di 10 minuti, grazie alla corrente, raggiungiamo Sea Rider e saliamo a bordo per asciugarci e mangiare qualcosa. Trascorriamo il primo pomeriggio ad oziare a bordo e a prendere il sole ammirando le attrezzatissime imbarcazioni con cui condividiamo l'ormeggio. Hanno l'idea di essere pesanti, solide e sicure, sotto raffica non brandeggiano più di tanto a confronto della nostra. Intavoliamo un'animata discussione sulla possibile futura Y2K...
Siamo
in pozzetto, è tardo pomeriggio. Da una delle imbarcazioni all'ancora si stacca
un tender: il gommone con a bordo un uomo si avvicina e - con nostra sorpresa -
accosta al nostro giardinetto di destra. L'uomo attira la nostra attenzione, si
affaccia alle draglie, ci saluta in Inglese e poi - con nostra sempre più grande
sorpresa - ci chiede se la bandiera issata sul nostro paterazzo sia per caso
Portoghese. "No" - gli rispondiamo - "è Italiana. Siamo italiani e ci sentivamo
lontani da casa, così ci siamo portati la nostra bandiera." Non si sa come o
perchè, ma scatta qualcosa fra noi e lui, una specie di feeling. Il fatto di
essersi accostato proprio a noi, la sua curiosità alla vista di quel vessillo...
lo invitiamo a bordo per un drink.
L'uomo sale, è molto distinto e curato, forse sulla settantina, ma non ci giureremmo. Indossa un completo kaki leggero, pantaloni lunghi e camicia con maniche lunghe. Si accomoda in pozzetto, iniziamo le presentazioni. Si chiama Scott, ci confessa di amare tantissimo il Portogallo, di aver navigato nelle sue acque e di aver sempre trovato persone meravigliose e squisite. Da lontano il nostro Tricolore gli ricordava la bandiera del Portogallo e così ha deciso di venire a trovarci. E' americano, del Connecticut, è in giro per il mondo con sua moglie Kitty e la sua bella barca Tamurè (il nome parla da sè....) dal 1976. Adesso che sono anziani, trascorrono il tempo vagando per le isole dei Caraibi e tornano a casa, negli USA, solamente durante la stagione degli uragani.
La simpatia ed il feeling
reciproci ormai sono palesi. Curiosi ed anche molto invidiosi, ci tratteniamo
dal sommergerlo di
tutte le domande che ci passano per il cuore e per la mente. Scott desidera
sapere che piani abbiamo per il giorno dopo: noi rispondiamo che in realtà di
piani non ne abbiamo proprio ! Desideriamo visitare tutto il Sound e magari ci
spostiamo dall'altra parte della baia. "Ok" - dice Scott - "allora ci vediamo
dall'altra parte della baia per bere ancora qualcosa insieme".
Quando Scott si allontana da Sea Rider, dopo vari minuti passati ad osservarlo attoniti, lui, perfettamente in forma, abbronzato e tonico al punto giusto, non possiamo non soffermarci a commentare... "Ma che vita è la nostra in confronto a questi qui ???!!" - sbotta Max. Beati loro !
Ceniamo prima del tramonto, osservando il sole che scompare dietro le montagne. Quindi ce ne stiamo un pò a sognare ad occhi aperti... forse un giorno... anche noi partiremo... chissà...
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