6 Marzo 2005
![]() |
Cortesia di http://www.bvitourism.com/ |
e
Isole Vergini Britanniche (British Virgin Islands, per indicarle viene spesso
utilizzato l'acronimo di BVI) sono composte da un totale di 50 fra isole
(e isolotti) e banchi corallini. Fanno parte delle Isole Sottovento, sono a 90
miglia est di Porto Rico, a nord est delle U.S. Virgin Islands e a sud ovest di
Miami (Florida).
Il territorio è di origine
vulcanica e
tutto l'arcipelago è contraddistinto dal tipico profilo dei vulcani spenti:
montagne aguzze, roccia scura e - in alcune zone - sabbia vulcanica. L'unica
eccezione è Anegada: vero atollo corallino al 100% con massima elevazione di
circa 6 metri. Anegada (dallo spagnolo "Annegata") è situata a nord est
dell'arcipelago e, sebbene disti poche miglia da Virgin Gorda, risulta
assolutamente invisibile all'orizzonte.
Le isole sono un Territorio d'Oltremare Britannico, ma hanno un governo autonomo. La moneta in uso è il Dollaro Americano, la lingua ufficiale è l'Inglese, in alcuni casi con un forte accento "caraibico". Il fuso orario è GMT -4. Non esiste produzione di alcun ché, tutto è importato dagli Stati Uniti e tutto costa una follia.
Le isole maggiori sono 7. Tortola con la capitale, Virgin Gorda, Anegada, Jost Van Dyke, Cooper Island, Necker Island e Peter Island. Alcune delle sorelle più piccole sono: Mosquito Island, The Dogs (un gruppo di minuscoli scogli), Norman Island, Great Camanoe, Guana Island, Great Thatch, Little Thatch, Scrub Island, Ginger Island.
Nomi affascinanti, d'altri tempi che evocano le gesta di pirati famosi e di altrettanto famose leggende: Drake's Channel, Drake's Anchorage (da Sir Francis Drake), Deadman Bay, il piccolo isolotto di Dead Man's Chest. Insomma, l'immaginazione vola e noi già ci vediamo doppiare un capo e scoprire un vascello battente la famosa "Jolly Roger" (la bandiera con teschio e tibie) ancorato nel mezzo di una baia solitaria...
La navigazione attorno ai mari dell'arcipelago non presenta grosse difficoltà: non è necessario navigare per lunghi periodi perchè le isole sono vicine, non è necessario spostarsi in aperto oceano, i passaggi per raggiungere le lagune interne sono ben segnalati, gli ancoraggi ottimi.
I venti sono i costanti Alisei che soffiano a 15-20 nodi ruotando da Nord-est a Sud-est nel periodo della nostra crociera. Raramente si supera i 25 nodi. La bellissima carta seguente aiuta ad identificare luoghi e posizioni.
Cortesia di
http://www.bvitourism.com/
Ma torniamo al nostro diario...
Il cellulare-sveglia suona alle 7.30 del mattino. Abbiamo dormito profondamente, ma non a sufficienza e il fuso orario si fa sentire. Ci dobbiamo preparare per il check-in, poi dobbiamo fare cambusa. Fra i vari servizi offerti da The Moorings, c'è anche quello degli approvvigionamenti. In pratica, tu dici loro cosa vuoi e trovi già tutto pronto in barca. Noi abbiamo preferito fare la spesa da soli, gli alimenti proposti erano un pò troppo americani.
Ci tiriamo su senza troppo entusiasmo, messi da parte felpe, maglioni e giubbotti, indossiamo costumi, canotte e pantaloncini corti. Una goduria ! Aspettiamo a bordo di Sea Rider. Verso le 8 e mezza arriva una gentile signora. Sarà lei ad effettuare il nostro check-in ed a "spiegarci" la barca.
Il
tutto si svolge in maniera rapida e molto professionale anche perchè noi una
barca sappiamo già come funziona :-) La signora ci invita a partecipare al
Briefing per tutti gli "yachtmen"
delle ore 10. Qui, mentre sorseggiamo un caffè ci spiegano le rotte ideali, ci
illustrano i pericoli, ci raccontano gli ormeggi migliori e ci comunicano il
canale del bollettino meteo, letto in Inglese e in Spagnolo. Sentiamo parlare
per la prima volta delle "north swells", ossia onde di mareggiata, generalmente
causate da perturbazioni atlantiche da nord, che possono essere piuttosto
importanti, anche 6 metri di altezza. Queste onde non creano alcun problema alle
barche in navigazione in Atlantico, ma avvicinandosi alle coste a nord delle
isole - che non sono protette dalle barriere interne, acquistano potenza, creano
una fortissima risacca e diventano molto pericolose per chi è alla fonda da
quelle parti.
Le previsioni per la settimana sono molto buone con un'unica eccezione per una piccola depressione in nord Atlantico che porterà rinforzi di vento e "north swells". Sconsigliato l'ormeggio nelle zone interessate.
Terminato il briefing, è il
momento della cambusa. Iniziano i dolori... Andiamo a rifornirci presso il
market presente nel marina. Cerchiamo qualcosa di locale... assolutamente nulla
! Niente frutta tropicale, soltanto due papaie malmesse e un ananas più di là
che di qua. Ci accontentiamo delle banane. Niente specialità caraibiche,
certamente non è il luogo adatto per trovare risorse tipiche. Da bravi
mediterranei, scegliamo qualcosa di
commestibile evitando tutte quelle cose
molto made in U.S.A. che hanno una faccia artificiale. Acqua minerale del Maine,
latte, yogurt, scatolame (non c'è altro e i pezzi di carne surgelata ci
intimoriscono), pane a cassetta, un pò di bacon, un paio di pomodori
tristissimi, del formaggio della Florida, biscotti, stuzzichini per gli
aperitivi, cipolle, olio, thè, bevande varie. Non c'è ombra di verdura fresca...
Siamo ancora un pò frastornati per il fuso orario, ma il colpo di grazia lo riceviamo al momento di pagare alla cassa: due sacchetti scarsi 244,60 dollari... di questi SOLO 12.90$ per il succo d'arancia (un pò più di 2 litri) !!! Una spesa che in Europa avrebbe un costo totale di 140 Euro scarsi !!!
Dopo le parolacce di rito, ce ne torniamo mogi e bastonati a bordo. Ci ripromettiamo di completare i nostri approvvigionamenti da qualche altra parte, facendo molta attenzione ai prezzi e ai prodotti. Sistemiamo la spesa e disfiamo le valigie. E' il momento di dare un'occhiata approfondita alla carta nautica dell'arcipelago e di individuare la nostra prima tappa. Ci troviamo a Tortola nel porto di Road Harbour, decidiamo di fare rotta su Peter Island. Prima di partire diamo una "rinfrescatina" ai fari, fanali e segnali di questa parte del mondo. E' infatti fondamentale rammentare che i Caraibi fanno parte di quella che il sistema di segnalamento I.A.L.A (o International Association of Lighthouse Authorities) identifica come REGIONE B: sistema laterale con il Rosso a dritta per chi entra nei porti o nei canali navigabili.
E' davvero arrivato il momento
di mollare gli ormeggi, lasciare Road Harbour ed iniziare per davvero la nostra
crociera ai Caraibi. Siamo
emozionatissimi ! Sono le 14:00, Ale si mette subito al timone, vuole essere la
prima a condurre "Sea Rider" fuori dal porto e attraverso il canale che porta
fuori dalla barriera corallina di Tortola.
La nostra prima esperienza con l'Aliseo è che... l'Aliseo non c'è ! Non è proprio una piatta totale, ma quasi. Dobbiamo percorrere 5 miglia, procediamo a motore per il primo tratto con una brezzolina da fare invidia al nostro Mediterraneo. Poi proviamo ad aprire il solo Genoa per sfruttare l'arietta da nord-est. Ci riusciamo e spegniamo il motore.
Raggiungiamo Peter Island due ore dopo, ci dirigiamo verso Deadmans Bay e diamo fondo in pochi metri d'acqua su un fondale sabbioso. La baia è molto bella, protetta però solamente dai venti del secondo quadrante. Ci guardiamo attorno: c'è una bellissima spiaggia di sabbia dorata - Deadmans Beach - mare azzurro, qualche corallo, da un locale sulla spiaggia proviene il piacevole ritmo di una melodia caraibica. Non siamo soli, ci sono altre imbarcazioni in rada insieme a noi. Max è un pochino perplesso: "bhè ? Ho fatto 8mila chilometri, 12 ore di volo, per trovare lo stesso mare della Sicilia o della Sardegna ? E cosa c'è di differente, dove sono i Caraibi ?"
In effetti il paesaggio non è del tutto entusiasmante per noi con altissime aspettative. Non ci sono quelle lingue di sabbia bianca che abbaglia, non c'è il reef - la barriera corallina - non ci sono le mangrovie. A parte la musica, qualche palma e il fatto che siamo in costume da bagno la prima settimana di Marzo, per il momento ci sembra di essere alle Egadi.
![]() |
Cortesia di http://www.peterisland.com/ |
Max comincia ad avvertire un certo malessere ed un leggero mal di gola... fuso orario, sbalzi di temperatura e stanchezza hanno mietuto la loro vittima. Ale si auto nomina medico specialista di bordo e decide di adottare una strategia drastica. Cura a base di Zerinol, pastiglie specifiche per la gola ed eventualmente antibiotici.
Per il momento ci godiamo la prima giornata di vacanza poltrendo, dilettandoci in tuffi e nuotate - per Max molto veloci - e cercando di prendere il sole evitando scottature gravi. Dobbiamo fare molta attenzione ad esporci direttamente ai raggi solari dei tropici, siamo bianchicci e il sole è praticamente allo zenit.
Ceniamo, Max ha probabilmente qualche linea di febbre. Cerchiamo un termometro nella cassetta del pronto soccorso di bordo: da casa abbiamo portato di tutto, ma non il termometro. Evidentemente il nostro cervello ha del tutto rifiutato l'idea della febbre ai Caraibi in vacanza. Nella cassetta troviamo attrezzi chirurgici inquietanti, bende, di tutto per le scottature, un prontuario su come steccare una frattura ad un arto, le stecche, istruzioni meticolosissime su come praticare la respirazione in caso di emergenza, una serie infinita di cerotti anche con gli orsetti per i bimbi, ma... niente termometro. Pazienza, ne faremo a meno.
Decidiamo di andare a dormire immediatamente. Nel frattempo la brezzolina è cresciuta parecchio in intensità. Nel corso della notte è in arrivo lo strascico della depressione presente nel nord Atlantico.
Vieni a trovarci sul nuovo BLOG: http://y2ks.blogspot.com