5 Marzo 2005

Aeroporto Parigi Charles De Gaullel nostro primo - dei 3 - volo parte dall'aeroporto di Linate alle 6.55, facciamo una levataccia. Ancora mezzi rimbambiti prendiamo i bagagli e ci mettiamo in macchina. Milano è stata recentemente imbiancata da un'abbondante nevicata, è buio pesto e fa un freddo cane.

Siamo agitati, ma felicissimi... ancora siamo increduli per quello che ci aspetta da qui a poche (si fa per dire) ore. Ale è - come al solito - assalita dall'ansia, ma ormai è diventata esperta e attende paziente il momento per "impasticcarsi" a dovere.

Facciamo il check-in al banco Alitalia: la nostra prima tratta è Milano - Parigi. La signora al banco ci comunica che potremo ritirare i nostri bagagli direttamente a destinazione (meno male !)...fa solamente una faccia strana al momento di pronunciare il nome della nostra destinazione: Beef Island. "Strano" - ci dice - "ma sa di esotico ! Buone vacanze !".

Spunta un pallido sole, l'aereo è in orario, ma fa talmente freddo che il velivolo deve sottoporsi al trattamento di de-icing (spruzzatina di un liquido antigelo sulle ali) prima di decollare, con somma "gioia" di Ale ("ghiaccio sulle ali ???!!!").

Alla fine si parte e in un'oretta atterriamo a Charles De Gaulle. Qui siamo in piena Era Glaciale: l'intero aeroporto - fatta eccezione per le piste - è ricoperto da una spessa coltre di neve. Mentre il nostro aereo si avvicina alla sua area di parking, dal finestrino scorgiamo alcuni leprotti che saltellano allegramente in mezzo alla neve fra una pista e l'altra.

Cambiamo terminal e ci trasferiamo al nostro gate. La prossima tratta è Parigi - St. Marteen con volo intercontinentale AirFrance. Si parte alleAle a Parigi: tipica espressione da "aeroporto"... 11:00 e si arriva alle 15:00 (ora locale) dopo 9 ore di volo.

Ci imbarchiamo su un Airbus A340. Per questo evento eccezionale abbiamo voluto esagerare prenotando i posti in business. Appena seduti sulle ampie poltrone, è il momento delle sostanze "stupefacenti" per Ale. Le hostess cominciano a servire champagne (c'est la vie !!!) e Ale ne approfitta per accompagnare la consueta pastiglietta con un paio di bicchierini. Nel giro di qualche minuto è "andata", pronta ad affrontare le lunghe ore di viaggio.

L'airbus decolla con un ritardo di circa un'ora: il comandante ci informa che il sistema di atterraggio viene sottoposto a periodici controlli tecnici a scadenze ben determinate. Oggi c'è scadenza. Ale farfuglia qualcosa che assomiglia alla parola "carrello che non funziona", ma rimane nella sua beatitudine artificiale.

Finalmente decolliamo, passiamo il tempo bevendo in bicchieri di vetro, mangiando pasti completi (primo, secondo con contorno, frutta e dessert) serviti su veri servizi di porcellana. Guardiamo un paio di film, leggiamo e ci documentiamo sul luogo della nostra crociera.

Quando finalmente atterriamo a St. Marteen, siamo stanchi ma ahimè il nostro viaggio non è ancora finito. E' il momento della terza ed ultima tratta: St. Marteen - Beef Island (Tortola) con un volo Liat Air.

St. Marteen (vedi carta a fianco, cortesia di: http://www.saint-martin.com/ ) èLa carta di St. Marteen un'isola delle Antille, per metà territorio francese e per l'altra metà territorio olandese. L'aeroporto internazionale è nella parte olandese. Ormai siamo ai Caraibi, l'impatto climatico che subiamo (felicemente) è piuttosto importante: lasciata l'era glaciale, i cieli bigi, la neve e il grigiume, siamo catapultati in mezzo ad un abbagliante insieme di colori vivacissimi che contrastano con un cielo azzurrissimo e con le nuvole dipinte d'oro dalla luce del tramonto. Fiori di tutti i tipi e di tutti i colori, vegetazione rigogliosissima, profumi, palme. 30 gradi e forte umidità... siamo un pò frastornati.

Ma ai Caraibi, c'è un'altra cosa, oltre al clima, cui dobbiamo abituarci. Il concetto di tempo - in senso cronologico - qui assume un significato del tutto diverso da quello cui noi cittadini metropolitani siamo soliti attribuire. Sebbene il nostro volo intercontinentale fosse in ritardo di due ore e quindi temessimo di perdere il collegamento interno fino alle Isole Vergini Britanniche previsto per le 17:45, quest'ultimo è in ritardo "indefinito". Chiediamo notizie al banco del check-in, qui un donnone nero, con un sorriso stampato sulla faccia e con una serafica calma ci risponde che "bhè sì, siamo in ritardo. Forse un'ora o due, non sappiamo. Restate nei paraggi che vi chiamiamo appena abbiamo notizie" !!!???? Ci lanciamo un'occhiata, prima sorridiamo, poi scoppiamo a ridere... siamo proprio in vacanza !!! :-)

Attendiamo pazienti, godendoci i primi minuti caraibici. Abbiamo perso il conto delle ore trascorse dalla partenza dall'Italia, abbiamo sonno, ma non ce ne importa proprio nulla.

Aeroporto di St. Marteen - un tramonto caraibico !Sono le 20:00, finalmente chiamano il nostro volo per Tortola. Saliamo a bordo di un aggeggio volante con una quarantina di posti, Ale è talmente cotta che non se ne accorge neanche. Decolliamo che è ormai buio pesto, il sole va giù presto e immediatamente, non esiste il crepuscolo. Il tragitto è molto breve, solamente una mezz'oretta, quindi - finalmente - atterriamo all'aeroporto di Beef Island, a Tortola, la maggiore delle Isole Vergini Britanniche sede della capitale Road Town.

Siamo letteralmente esausti... Dopo aver sbrigato le pratiche della dogana (quasi peggio che gli U.S.A. !) usciamo dall'aeroporto e troviamo la navetta di The Moorings in attesa esclusivamente per noi. Ci sentiamo già meglio. La navetta non è altro che un pulmino tutto colorato, con il solo tetto senza finestrini. Saliamo a bordo e ci muoviamo verso Road Harbour, il porto principale dell'isola, nonchè la nostra base Moorings. Non riusciamo a scorgere un granchè durante il tragitto, un pò perchè ormai siamo "alla frutta", un pò perchè è buio. Dopo quelli che ci sembrano interminabili minuti raggiungiamo la base Moorings. L'accoglienza che ci riserva la famosa società di noleggio è senza precedenti: tutti sono cordialissimi, velocissimi nel sbrigare le pratiche, tutto funziona alla perfezione, la nostra prenotazione è già sul banco, un'efficienza che lascia sbalorditi. Capiamo perchè sono effettivamente quasi i migliori nel mondo...

Un ragazzo ci accompagna alla barca, non dobbiamo nemmeno trasportarci i bagagli, ci pensano loro. Saliamo a bordo della nostra vela, abbiamo scelto un Moorings 362 (un Oceanis 361 modificato appositamente dal cantiere Beneteau per The Moorings) dal nome molto importante: "Sea Rider", cioè Cavaliere del Mare. Due cabine, un bagno.

Il ragazzo ci spiega che il check-in è previsto per l'indomani mattina verso le 8:30, ci saluta con un sorriso smagliante augurandoci "Enjoy your vacations !" - Buone vacanze.

Una volta a bordo ci guardiamo brevemente attorno, la barca è in condizioni eccellenti. Pulitissima che quasi brilla, ben accessoriata, fino a questo momento siamo molto soddisfatti. Troviamo tutta - ma proprio tutta - la biancheria ben piegata nelle cuccette: salviettine, asciugamani, teli mare, lenzuola, federe, coperte. Tutto coordinato, tutto super pulito e stirato.

Non abbiamo la forza di disfare i bagagli, prepariamo la cabina di poppa velocemente e ci fiondiamo in cuccetta. A casa dormiamo con il piumone, qui il solo lenzuolo tiene caldo. Ci addormentiamo in un nano secondo con un ultimo pensiero: siamo ai Caraibi.      

 

 

Vieni a trovarci sul nuovo BLOG: http://y2ks.blogspot.com