13 Marzo 2006

ormiamo così profondamente da non fare caso ad un paio di scrosci di pioggia più o meno forti che si riversano su Cent Lieues durante le ore notturne.

Al mattino ci svegliamo di buon ora, ci prepariamo la solita buona colazione ed ascoltiamo le previsioni meteorologiche per la giornata: nulla di nuovo sotto il sole, l'Aliseo continua a soffiare sostenuto da N-NE sui 25-30 nodi... Ormai siamo abituati e ci fa proprio un baffo...

Nonostante il vento, decidiamo di tentare una capatina a Prickly Pear Cay, tentare di ormeggiare nella zona più riparata e visitare quest'area che pare essere una fra le più belle del parco marino di Anguilla. Non nutriamo molti speranze perchè l'isolotto è più che altro un piccolo terrapieno affiorante roccioso e sabbioso ... con questo vento non esiste riparo, ma ci proviamo lo stesso, al massimo abbiamo fatto una veleggiata.

Salpiamo l'ancora e facciamo rotta verso Nord Ovest. Non appena scapoliamo il capo di Road Bay, ci ritroviamo a bolinare (tho', che novità...) e, questa volta, a sbattere contro un Oceano Atlantico piuttosto arrabbiato, con 3 metri di gonfie ondone, un discreta corrente contraria e 30 nodi fissi di vento. La nostra Cent Lieues fa quel che può, ma certo è piccolina e non è nata per affrontare condizioni simili. Arranca faticosamente, per fare qualche miglio contro vento ci mettiamo un tempo infinito. Ci vengono in mente le perplessità di Corrado a proposito di Antigua: cominciamo a comprenderne i motivi.

Sandy Island Prickly Pear: il reef Prickly Pear: il reef

Lasciamo Sandy Island alla nostra sinistra e dopo circa un'ora e mezza raggiungiamo la nostra meta. Tiriamo giù le vele e iniziamo l'avvicinamento. Rimaniamo delusissimi - nonostante tutti gli auto convincimenti pre partenza - nel constatare che l'ancoraggio è assolutamente proibitivo. Scorgiamo il reef in lontananza e la spuma bianca dei frangenti che si abbattono rabbiosamente sulle rocce e sui coralli. Il mare è troppo agitato e le raffiche sono piuttosto forti. Dobbiamo accontentarci di effettuare qualche buona ripresa e di scattare qualche foto.

Così, eccoci di nuovo ad issare le vele, a prendere una mano alla randa ed una al genoa ed a ributtarci nella mischia dell'oceano volgendo la prua verso Anguilla e Road Bay. Manco a farlo apposta, l'Aliseo Prickly Pearcambia leggermente direzione, spostandosi verso Est e ci costringe ad una bolina strettissima. La povera Cent Lieues si inclina tantissimo, ci prendiamo schizzi in faccia a go-go nonostante lo sprayhood ed il forte vento dritto sul naso. Saremo anche ai Caraibi, ma dopo un numero incalcolabile di docce continue ed qualche nuvola di troppo, cominciamo pure a sentire freddo !

Passiamo due ore di pura sofferenza, finalmente raggiungiamo le acque più tranquille e riparate di Road Bay. Tiriamo giù le vele e procediamo a motore. E qui ci ritornano in mente le parole di Corrado per la seconda volta: Cent Lieues monta un motore yanmar 27 con un'elica a due pale fisse. E' inutile raccontarne il rendimento contro mare, onde, vento e correnti dell'Atlantico... entriamo nella baia all'inebriante velocità di 2 nodi. Una volta totalmente al riparo, Cent Lieues procede più speditamente, guadagnamo la parte destra della baia e diamo fondo in una spettacolare zona di mare turchese, a circa 300 metri di distanza dal pontile adibito al traffico commerciale.

La mancata gita turistica a Prickly Pear ci ha lasciato un pò con l'amaro in bocca. Decidiamo di consolarci facendo un bagno lunghissimo. Fra un tuffo e l'altro, avvertiamo un certo languorino. Decidiamo di consolarci ancora un pò, saltiamo a bordo del tender e smotoriamo verso il dinghy-dock e verso un ristorante particolarmente "ispirante". Una volta legato bene il gommone, ci incamminiamo lungo la splendida spiaggia di Road Bay. D'improvviso, le nostre narici colgono un non so chè di profumino proveniente da qualcosa rosolato alla brace. Attiviamo la modalità "cane-da-tartufo" e seguiamo le tracce olfattive fino al luogo da cui pare provenire il profumino. Ci mettiamo la frazione di un secondo per comprendere cosa sta cuocendo sul fuoco: ci ritroviamo seduti al tavolo di un ristorante sulla spiaggia, con una vista mozzafiato sull'intera baia, sotto un pergolato di legno. Qui ordiniamo "i colpevoli" di tutto: due aragoste alla brace da un chilo l'una con contorno di una fresca insalata.

Road Bay: ristorante sulla spiaggia Road Bay: il ristorante sulla spiaggia, visto dalla spiaggia ! Road Bay: il ristorante sulla spiaggia.
Road Bay: il ristorante e la splendida vista sulla baia. Road Bay: ristorante sulla spiaggia, una vista spettacolare. Road Bay: passeggiata digestiva.

Attendiamo giusto il tempo della cottura, quindi ci portano due "mostri" atlantici che si rivelano di una squisitezza impossibile da descrivere su un diario. Diciamo che come "pranzo consolatore" non c'è male ! Divoriamo le due aragoste fino all'ultima briciola. Costo totale del pranzo consolatore: $120.

Ci alziamo dal tavolo a fatica, siamo pienissimi. Per tentare di digerire facciamo una lunga passeggiata sulla spiaggia, una nuvola grigia attraversa velocemente il cielo, si spreme un attimo e scarica due gocce di pioggia su di noi e sugli abitanti dell'isola. A noi francamente non importa, sull'isola la vita scorre come se nulla fosse e ciascuno si ripara da questa poca Road Bay: a ciascuno il suo riparo.umidità come può. La nuvola sparisce all'orizzonte ed il sole torna a splendere.

Non ce la sentiamo ancora di tornare a bordo, proviamo a fare quattro passi lungo l'unica vietta che costeggia le poche abitazioni che si affacciano sulla baia. Una serie di uomini locali ci offrono i loro servigi come taxisti per pochi dollari. Noi siamo piuttosto perplessi, desideriamo camminare e pensando di raggiungere il paese in breve tempo, rifiutiamo gentilmente le loro offerte. Dopo una quarantina di minuti di scarpinata, ci accorgiamo di trovarci nel bel mezzo del nulla. Della città, neanche l'ombra. Adesso comprendiamo il motivo di tutti quei taxi ! Giriamo i tacchi e torniamo indietro. Riguadagnamo la spiaggia sotto il cocente sole caraibico, facciamo gli indifferenti quando passiamo davanti agli uomini ed ai loro taxi, recuperiamo il tender e ci dirigiamo verso Cent Lieues.

Trascorriamo il resto del pomeriggio facendo bagni e tuffi, asciugandoci al sole ed osservando una paio di navi commerciali, provenienti dalle BVI, scaricare il loro carico presso il molo commerciale di Road Bay.

Road Bay: la spiaggia ed i ristoranti Road Bay: relax a bordo Road Bay: il pontile commerciale e due navi merci.

Verso sera ascoltiamo il nuovo bollettino meteo: la sfuriata pare attenuarsi, l'Aliseo è previsto da N-NE con tendenza a provenire da E ed a tranquillizzarsi sui 22 nodi ('na pacchia dopo 4 giorni di 30 !!!). Il programma per l'indomani è quello di ottenere la "clearance" per l'uscita da Anguilla e fare rotta su Saint Martin. Ci preme ritornare subito a Simpson Bay per farci rilasciare il benedetto timbro di entrata ed approfittarne per un'altra capatina nella laguna interna. Il trasferimento da Anguilla a St. Martin dovrebbe essere piuttosto tranquillo, considerate le nuove condizioni meteo, ci aspettiamo una confortevole navigazione portante al gran lasco.

Ci prepariamo una cena frugale, le aragoste-mostro sono ancora lì che vanno su e giù, poi crolliamo esausti in cuccetta.

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