14 Marzo 2006

re 8 del mattino, il cellulare-sveglia trilla allegramente. Non indugiamo più di tanto e prepariamo subito la colazione, vogliamo sbrigare le faccende doganali il più in fretta possibile per evitare qualsiasi tipo di complicazione. Ci abbigliamo adeguatamente - vietato presentarsi in costume da bagno o in pantaloncini troppo corti e senza maglietta - prendiamo passaporti e incartamenti vari, ci armiamo di santa pazienza e saltiamo a bordo del tender. Durante la nostra prima visita, l'ufficiale ci aveva raccomandato di recarci presso il pontile commerciale per farci rilasciare la clearance per l'uscita, ma non siamo certi di dove andare. Per questo motivo smotoriamo fino al dinghy-dock posto davanti agli uffici Custom & Immigration, leghiamo il tender ed entriamo nell'edificio per chiedere ulteriori spiegazioni.

L'ufficiale in servizio chiarisce i nostri dubbi, ci indica di camminare lungo tutta la spiaggia, avvicinarci al pontile commerciale, prestare attenzione ad un cancello ed entrarvi. Qui troveremo gli uffici doganali in cui possiamo richiedere l'uscita da Anguilla (ma non potevano fare tutto alla Custom & Immigration ???).

Ci incamminiamo verso il pontile commerciale, una volta giunti a destinazione, troviamo il cancello e scorgiamo un edificio recintato color ocra. Ci avviciniamo. Da una guardiola posta a protezione della zona spunta un ufficiale doganale, ci fa qualche domanda chiedendoci il motivo della nostra visita, quindi da un'occhiata ai nostri passaporti e ci rilascia due pass per entrare negli uffici doganali posti alla sinistra rispetto all'entrata ed alla guardiola.

Raggiungiamo l'edificio, saliamo qualche gradino e siamo dentro. Incredibile ma vero qui non c'è l'aria condizionata a palla, ma solamente una ventola a pale sul soffitto che fa abbastanza bene il suo dovere. Non dobbiamo aspettare molto, una serafica donna ufficiale timbra i nostri passaporti e ci rilascia il foglio di "clearance". Siamo liberi di lasciare Anguilla. L'ufficiale ci domanda se ci siamo trovati bene e se abbiamo avuto problemi: naturalmente siamo stati benissimo ! La donna quindi ci saluta augurandoci di ritornare presto sull'isola (speriamo !).

Usciamo dall'edificio, lasciamo i pass all'ufficiale della guardiola e ci ritroviamo di nuovo a camminare sulla spiaggia verso il dinghy-dock ed il nostro tender. Saltiamo a bordo e ritorniamo su Cent Lieues. Sistemiamo la barca per la navigazione, siamo pronti a salpare l'ancora dopo 10 minuti. Salutiamo Anguilla e volgiamo la prua verso Saint Martin.

Verso St. Martin: navigazione portante Anguilla: il capo a Sud Ovest Anguillita Island

Non appena siamo fuori dal riparo di Road Bay, troviamo il nostro amico Aliseo che soffia sui 22 nodi da E con ancora qualche raffica a 25... ormai siamo troppo abituati a veleggiare con 30 nodi, ci sembra di stare in mezzo alle calme equatoriali :-) Siamo diretti verso Simpson Bay che si trova ad Ovest, apriamo il genoa e filiamo a 6 nodi di poppa, velocità di tutto rispetto per Cent Lieues. La pacchia della navigazione portante dura fino a quando non lasciamo alla nostra sinistra Anguillita Island e non entriamo nel canale che separa le due isole, in pieno oceano. Qui scopriamo che l'Aliseo gira leggermente a SE e noi dobbiamo correggere un pò la rotta verso S-SO. Risultato: ennesima bolina. Il mare nel canale, lungo una decina di miglia fra un'isola e l'altra, è più grosso rispetto a pochi giorni prima. Evidentemente i 3 giorni continui a 30 nodi hanno fatto il loro effetto. Le onde sono piuttosto impressionanti e questa volta frangono. Cent Lieues, che non è Y2K, si comporta discretamente ed avanza come può fino alla punta estrema a nord ovest di St. Martin. Il mare comincia ad essere più ragionevole, ma dopo una ventina di minuti cominciamo ad accorgerci che qualcosa non torna.Verso Saint Martin: di bolina

Il vento soffia sempre sui 22 nodi, noi siamo quasi al traverso, ma il nostro punto di riferimento a terra - una grande casa colorata - è sempre lì. La barca non si muove rispetto alla linea costiera. Una rapida analisi del problema ci permette di scoprire che siamo nel bel mezzo di una forte corrente contraria di almeno 3 nodi (forse qualcosina di più). Boliniamo con le vele gonfie, ma siamo fermissimi. Viriamo diverse volte, ma la situazione non migliora: non ci schiodiamo di un millimetro. Decidiamo di ricorrere all'ausilio del motore e di spingerci più vicini alla costa. Randa, genoa e motore a manetta, per una decina di interminabili minuti Cent Lieues rimane ferma, inchiodata, fissa sul posto tanto da farci temere il peggio ! "Qui non ce la facciamo" - dice Max - mentre un brivido gelido scorre lungo le nostre schiene. Poi, lentamente, quasi impercettibilmente, la barca comincia a guadagnare metri verso la riva.

Ci avviciniamo alla costa con una lentezza disarmante... Finalmente, quando ci troviamo a circa mezzo miglio dalla spiaggia, la corrente contraria molla la sua presa e Cent Lieues acquista di colpo una certa velocità... adesso ci troviamo totalmente d'accordo con Corrado a proposito di Antigua, ci vuole una barca più grande e più potente.

Costeggiamo l'aeroporto, assistendo all'incredibile spettacolo dell'imponente 747 della KLM che si solleva lentamente sugli alberi delle barche in rada, e alla fine -  Eureka !! - arriviamo in Simpson Bay. Siamo totalmente esausti e vagamente inquieti per l'esperienza con la corrente: abbiamo impiegato un tempo indicibile per percorrere poche miglia e la sensazione di non poter raggiungere la terra è stata abbastanza brutta. Ci rimane soltanto la forza di cercare un posticino vicino alla spiaggia e di dare fondo. Mentre aguzziamo la vista alla ricerca di una buona posizione, scorgiamo il grande veliero olandese ancora ormeggiato nella baia e, cosa da non credere, un mega-yacht a due alberi battente il tricolore ! Più vicino a riva, il nostro sogno proibito: uno splendido Hallberg Rassy 43.

Simpson Bay: il gigante dei cieli sorvola le vele. Simpson Bay: Italiana !!! Simpson Bay: Italiana !

Allentiamo la tensione accumulata durante la navigazione "da fermi" rilassandoci per un'oretta, concedendoci una buona nuotata e rimanendo a galleggiare in superficie. Ci sentiamo decisamente meglio e possiamo affrontare l'ennesima visita in dogana.

Ormai siamo pratici, prepariamo prima tutti i documenti necessari e compiliamo i fogli che a suo tempo avevamo preso di scorta. Prendiamo i nostri passaporti, gli incartamenti di Cent Lieues, saltiamo a bordo del tender e ci dirigiamo verso il pontile degli uffici della Custom & Immigration.

Entriamo nel locale-freezer, le pratiche per ottenere l'ingresso nella parte olandese di St. Martin sono brevi ed indolori: diamo all'ufficiale il foglio di clearence rilasciato ad Anguilla, la crew list ed i passaporti. In 5 minuti abbiamo finito. Ci trasferiamo allo sportello per pagare la "bridge fee". Siamo diventati esperti anche qui: paghiamo $10 a testa di tasse per il ponte. La tariffa viene calcolata in base alle dimensioni della barca ed alla durata della permanenza all'interno della laguna. $10 è la tariffa minima, si può rimanere da un giorno ad una settimana. Altri 2 minuti e siamo di nuovo liberi, i nostri passaporti timbrati.

Torniamo a bordo, abbiamo tutto il pomeriggio a disposizione per bagni, tuffi e visite alla spiaggia di Simpson Bay prima dell'apertura del ponte alle 17:30.

Alle 17:20 salpiamo l'ancora e cominciamo ad accodarci alle altre barche in attesa di entrare. Quando il ponte si solleva, procediamo in fila indiana ed entriamo nella laguna interna. Ritroviamo il posticino occupato in precedenza e diamo fondo. Ci prepariamo un aperitivo in pozzetto che si trasforma in vera e propria cena.

Simpson Bay: HR 43, il sogno proibito. Simpson Bay Bridge: Custom & Immigration Simpson Bay Bridge: Office for the Bridge

Alle 20:00 ascoltiamo il nuovo bollettino meteo per la notte e l'indomani: l'Aliseo è in decisa diminuzione, E-NE 18-22 nodi, con tendenza a provenire da Est (maledizione...) il mare è ancora piuttosto mosso con onde provenienti da NE sui due metri. Decidiamo di visitare l'Isola di Saint Barthelemy, situata a Sud Est di St. Martin e comunemente chiamata St. Barth. Il nostro portolano-guida descrive il parco marino dell'isola come assolutamente da non perdere. Visto che ci aspetta la solita, scontata navigazione di bolina, scegliamo di muoverci presto, di verificare lo stato del mare fra le due isole e se troppo mosso, fare dietro-front su Philipsburg.

Dopo aver consultato la carta di St. Barth e tracciato un'ipotetica rotta, prepariamo la barca per la traversata e ce ne andiamo a dormire: l'indomani sveglia presto !

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