3 Agosto 2003
Sveglia
alle 5 ! Molliamo gli ormeggi e usciamo dal nostro porto che è ancora buio.
Impostiamo la rotta per 154°, verso la Corsica, e cominciamo a macinare miglia a
motore.
Sono le 7, troviamo un bel
venticello di 12 kn da N-NE. E' la prima volta da quando siamo diventati
orgogliosi armatori del nostro 411 che spegniamo il motore e affrontiamo la
traversata con il solo ausilio delle vele ! L'inizio
della nostra vacanza sicuramente promette bene.
Ale prepara un bel caffè caldo, mentre Y2K scivola sul mare alla velocità di 5,70 Kn, con andatura quasi al traverso. Mentre sorseggiamo il nostro caffè in pozzetto, facciamo il tifo affinchè questa bella arietta tenga il più possibile. Il Tattico ci degna della sua compagnia, i suoi studi hanno avuto esito positivo e il suo sguardo, profondamente segnato dallo sforzo della concentrazione, ci tranquillizza. E' il momento di concedersi un meritato riposo dopo ore di duro lavoro: Willy si accomoda sotto la cappottina para spruzzi e sprofonda nel sonno dei giusti :-)
Purtroppo il vento comincia a cedere un pò, decidiamo di issare il Gennaker. L'idea si rivela azzeccata e Y2K riacquista velocità guadagnando miglia preziose.
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Il sole è ormai alto nel cielo e comincia a fare davvero caldo. Il Tattico decide che è tempo di compiere ulteriori studi sulla Corsica e sparisce in cuccetta.
Max spunta dalla coperta portando la mitica, inviolata canna da pesca, deciso più che mai a dichiarare guerra alla fauna ittica. Il potente strumento viene collocato in posizione da battaglia e la lenza è in acqua. Ci sarà pur vento, ma la pesca è tutt'altro che miracolosa. Ma si sa, la pazienza è la virtù dei forti e noi abbiamo intenzione di non darci per vinti neppure questa volta. Avremo pazienza, molta, moltissima pazienza.
Il sole è caldissimo nonostante
sia mitigato da un bel venticello. Siamo rilassati in pozzetto e decidiamo che
la nostra prima tappa in terra di Corsica sarà Calvì. Mentre consultiamo il
Portolano, ci accorgiamo che una coppia di grossi Tursiopi sta incrociando la
nostra rotta. Come al solito, siamo emozionatissimi, fra l'altro non abbiamo mai
incontrato questa razza fino ad ora, ma i nostri amici cetacei sono troppo
impegnati nella caccia ad un grosso branco di
sardine. Compiono balzi e inseguimenti spettacolari, tuffi e piroette
acrobatiche, ma non ci degnano della minima attenzione. Navighiamo a circa mezzo
miglio dai delfini e ci dobbiamo accontentare di riprendere la loro, per noi
entusiasmante, battuta di caccia con la videocamera.
Mangiamo
velocemente, fa troppo caldo per un pasto elaborato. Incredibilmente il vento
sta tenendo e noi stiamo ancora procedendo a vela. Ben meno incredibile, invece,
è la nostra lenza che continuiamo a trascinarci appresso senza che anche
un minuscolo pesciolino faccia almeno "finta" di abboccare.
Ancora un avvistamento di un numeroso branco di delfini, questa volta si tratta di Stenelle. Queste ci vengono incontro, si prodigano in alcune evoluzioni a prua, ma dopo pochi minuti ci lasciano e tornano alle loro faccende. Evidentemente hanno poca voglia di socializzare, noi rimaniamo un pò delusi.
Verso il tardo pomeriggio purtroppo il vento muore definitivamente. Nostro malgrado dobbiamo accendere il motore. Intravediamo i contorni della costa della Corsica, più ci avviciniamo a terra, più il vento si rifà vivo. Questa volta arriva di poppa piena, è un 12 kn, ma non abbiamo voglia di issare nuovamente il Gennaker e proseguiamo a motore. Ormai vicino alle coste Corse, un'altra coppia di delfini è a caccia di cibo. Anche in questo ennesimo caso veniamo pressoché ignorati e non riusciamo a nascondere il nostro disappunto.
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Entriamo nel golfo di Calvì che il sole è ormai tramontato e sta facendo buio. Di trovare un posto barca all'interno del porto non se ne parla neanche, del resto avevamo deciso per la rada già prima di lasciare Aregai. La Capitaneria di Porto di Calvì ha predisposto una innumerevole quantità di corpi morti in tutto lo specchio d'acqua del golfo, accanto alla zona del porto, e ce ne sono per tutte le esigenze e per tutte le dimensioni. Per un attimo pensiamo alle meravigliose baie dei nostri mari italiani, basterebbe così poco per permettere di godere delle bellezze nostrane a tutti quelli che come noi amano il mare, ma corpi morti e gavitelli sono una cosa impensabile in Italia. Meglio vietare, chiudere, proibire. Immaginiamo Porto Ferraio, le Isole Eolie, le Isole Egadi, l'arcipelago della Maddalena e tanti altri splendidi posti. Chissà quanto tempo dovremo aspettare prima di vedere una simile organizzazione.
Ci
riprendiamo dai nostri pensieri esistenziali e ci diamo da fare per trovare un
gavitello libero. E' buio, le barche ormeggiate in rada sono una quantità
impressionante. Preferiamo non addentrarci troppo verso terra e verso il
groviglio di imbarcazioni, trovata la prima boa, la agganciamo subito con la
gaffa e ci sistemiamo tranquilli.
Ceniamo in pozzetto, il menù prevede scaloppine al limone by Max, insalata verde, il solito buon prosecchino fresco per annaffiare il tutto e, per finire, Creme Caramel.
Il Tattico fa la sua comparsa in pozzetto, provatissimo come sempre a quell' ora tarda, e noi ne approfittiamo per rilassarci qualche minuto ammirando le stelle. Max attacca a russare più forte di un generatore... è mezzanotte e malgrado le occhiatacce del Tattico, è il momento di andare tutti in cuccetta.
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