12 Marzo 2005
Cortesia di
http://www.bvitourism.com/
negada si trova
a circa 20 miglia a nord di Virgin Gorda ed è in assoluto contrasto con tutte le
altre isole dell'arcipelago, montagnose e di origine vulcanica. Anegada e lunga
circa 13 miglia terrestri, larga 3, piatta, creata dai coralli. Il suo reef è
uno fra i più belli della zona dei caraibi e la circonda interamente
estendendosi per alcune miglia al largo dell'isola. Per farvi un'idea della sua
effettiva estensione, consultate questa
carta dettagliata di Anegada. Impossibile da scorgere per chi arriva dal
mare se non a pochissime miglia dal pericoloso reef, l'isola era molto temuta
dai navigatori di un tempo. Le cronache raccontano che le sue acque nascondono
più di 300 relitti di navi naufragate sulla barriera invisibile.
Anegada ha alcuni laghi interni che fungono da rifugio e casa per numerosi stormi di fenicotteri, uno di questi laghetti è addirittura chiamato Flamingo (cioè fenicottero in inglese) Pond.
L'ideale rotta di avvicinamento arrivando da Virgin Gorda è puntare il GPS sulle coordinate di Pomato Point ed una volta raggiunta la perpendicolare, virare bruscamente a dritta e volgere la prua su Setting Point. A questo punto dovrebbe essere visibile la passe che risulta comunque segnalata da alcune boe, anche se non sempre funzionanti. E' assolutamente vietato avvicinarsi all'isola in condizioni di cattivo tempo oppure in tarda serata. Meglio partire dal North Sound di Virgin Gorda verso le 7-8 del mattino per raggiungere West End con condizioni buone di luce, con il sole alle spalle.
Ma
torniamo al nostro diario...
Il cellulare-sveglia suona puntuale alle 6, facciamo una veloce colazione, quindi rapidamente ci prepariamo e salpiamo l'ancora in pochi minuti. Per le 7 ci avviciniamo al pontile di Saba Rock in attesa che qualcuno ci indichi dove ormeggiare... nessuno all'orizzonte. Ormeggiamo da soli all'inglese e rimaniamo in attesa per 5 minuti, poi 10... nessuno all'orizzonte. Ci viene il dubbio che l'ufficio sia chiuso nonostante la sera prima ci abbiano assicurato del contrario. Si fanno le 7:30, nessuno all'orizzonte... Max scende in banchina per dare un'occhiata ed eventualmente anche la sveglia alle persone in ufficio. Ne approfitta per pagare la tariffa di ormeggio per la seconda notte presso il negozio di souvenir (che è aperto) Qui chiede delucidazioni per fare acqua, gli viene risposto che avrebbero provveduto al più presto. Max ritorna alla barca, attendiamo altri 10 minuti, nessuno all'orizzonte... Che sciocchi, non abbiamo pensato al concetto di tempo caraibico... ok aspettiamo.
Nel frattempo, Ale prepara il bocchettone esterno collegato al serbatoio ed attende a prua. 5 minuti dopo, finalmente, vediamo avvicinarsi una ragazza che con il solito fare serafico, ci saluta con un sorriso a 66 denti e ci chiede se siamo qui in banchina per fare acqua. "No, in realtà siamo pirati della filibusta e siamo qui all'arrembaggio" - avrebbe voluto rispondere Ale, ma forse la ragazza caribe non avrebbe apprezzato...
Guadagniamo la manichetta
dell'acqua e finalmente riusciamo a riempire il serbatoio. La serafica caribe ci
informa che, in
qualità di clienti delle boe di ormeggio di Saba Rock, abbiamo diritto al pieno
di acqua gratis ed anche ad un saccone gigante di ghiaccio - sempre gratis - da
mettere all'interno della ghiacciaia (nota di servizio: in tutta l'area USA, le
barche hanno sia il frigo che la ghiacciaia). Non siamo particolarmente entusiasta
di quest'ultimo "regalo", ma qui è così. La ragazza ci porta il saccone gelido,
Max se lo carica in spalla e lo ripone nella ghiacciaia. Sono
quasi le 8 quando molliamo gli ormeggi alla volta della mitica Anegada.
Non appena usciti dalla passe di Virgin Gorda, ci mettiamo subito in rotta puntando direttamente su Pomato Point. Le previsioni meteo sono azzeccate al millimetro: c'è una leggera brezza da Sud-est, mare calmo, cielo sereno. Issiamo randa e genoa e Sea Rider comincia ad avanzare al lasco.
Ci aspettano circa 3 ore di navigazione, ammazziamo il tempo prendendo il sole e documentandoci sulle amenità di Anegada. Il nostro portolano/guida è ricco di particolari, subito ci salta all'occhio una frase: Anegada è famosa per le sue aragoste... non chiedevamo di meglio !! Subito approfondiamo l'argomento e la nostra attenzione viene immediatamente attratta da un nome, il Potters by the Sea. Si tratta di un bar/ristorante con veranda sulla spiaggia (WOW !) la cui specialità è aragosta fresca al barbecue... non sono necessari ulteriori approfondimenti, sappiamo già dove e cosa mangeremo quella sera :-).
La
navigazione prosegue tranquilla, l'aliseo è un pò troppo brezza mediterranea, ma
a noi va bene lo stesso.
Passiamo un paio di ore in totale relax e silenzio, dedicandoci alla lettura. Incrociamo altre imbarcazioni a vela e catamarani, tutti seguono lo stesso percorso di avvicinamento all'isola. A metà percorso l'aliseo rinfresca un pò, quel giusto per permettere a Sea Rider un'andatura più sostenuta e meno ballonzolante.
Non accade nulla di particolare
per quasi tutto il periodo rimanente, poi, improvvisamente, avvistiamo qualcosa
all'orizzonte: una striscia appena appena più scura interrompe la linea fra mare
e cielo. Afferriamo il binocolo e scrutiamo attentamente. Riusciamo a scorgere
palme e spiaggia: Anegada è finalmente in vista. Per tutto il resto della
navigazione non riusciamo a staccare gli occhi da quella visione aiutandoci con
il binocolo. Senza l'ausilio di questo strumento, l'isola risulterebbe ancora
quasi invisibile all'occhio umano. Pensiamo alle vedette dei galeoni e dei
velieri antichi e a quella barriera che si para davanti alla prua
all'improvviso. Certo non una bella esperienza...
Anegada si avvicina sempre di più, adesso vediamo anche ad occhio nudo il frangersi delle onde sulla barriera esterna e i ciuffetti di verde delle palme sparsi qua e là. Controlliamo il nostro GPS e ci assicuriamo che la rotta sia sempre quella giusta. Pomato Point è vicino.
Finalmente siamo su Pomato Point, il nostro GPS "blippa" e ci avvisa che Sea Rider ha raggiunto il waypoint. Effettuiamo subito la correzione di rotta secondo quanto indicato dalla carta, 050 gradi magnetici, la nostra prua è adesso diretta su Setting Point. Se abbiamo fatto tutto bene dovremmo trovarci proprio in mezzo alla passe ed individuare la boa rossa che delimita l'ingresso del canale. La vediamo, siamo stati bravi. Ammainiamo le vele e accendiamo il motore.
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Siamo nel canale largo pochi metri, circondati dai coralli, emozionati a mille. Anegada è alla nostra sinistra, il reef è da tutte le altre parti. Oltre alle boe rosse e verdi che indicano il passaggio sono visibili altre boe che, invece, ci avvertono di un pericolo sommerso. Consultiamo il portolano: sono relitti. Dunque anche la storia dei numerosi naufragi non è una leggenda metropolitana !
Proseguiamo lentamente, totalmente affascinati da ciò che ci circonda. Più ci avviciniamo all'isola, più il mare assume un colore particolare. E' sì azzurro o turchese, ma lattiginoso, come se qualcuno ci avesse sciolto quantità industriali di borotalco e poi mescolato il tutto con un cucchiaio gigante. La "colpa" è delle minuscole particelle di corallo polverizzate dall'azione del mare, qui tutto è fatto di corallo finissimo anche le spiagge.... Lo spettacolo è stupefacente ed indescrivibile.
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Sea Rider raggiunge Setting Point la cui barriera a forma di larga lingua si estende verso il canale. Dobbiamo virare a sinistra per entrare nella laguna interna. Avanziamo lentamente e finalmente siamo dentro. Ci sono altre vele nella laguna, ma c'è spazio a sufficienza per tutti. Scorgiamo un gavitello e lo afferriamo subito. Siamo arrivati.
Possiamo rilassarci e guardarci meglio intorno. La bellezza di quest'isola ci lascia senza respiro e noi ci sentiamo tanto colpevoli per essere stati così pigri nei giorni precedenti: avremmo dovuto partire prima da Virgin Gorda, ormai il tempo stringe e possiamo fermarci ad Anegada soltanto un giorno ed una notte. Alla nostra poppa, fra le altre imbarcazioni, scorgiamo Tamurè. Non abbiamo il tempo di sistemarci che Kitty e Scott sono già saltati sul tender e, percorsi i pochi metri che ci dividono, accostano a Sea Rider salutandoci calorosamente. "Ce l'avete fatta !" - ci dicono - "Scary uh ?" (spaventoso eh ?). Rispondiamo che no, non abbiamo avuto paura in fase di avvicinamento e che l'isola ci piace immensamente. Li invitiamo a bordo e chiacchieriamo tutti insieme per una decina di minuti. Ci consigliano di pranzare presso il ristorante dell'unico albergo di Anegada, l'Anegada Reef Hotel, e di scegliere l'insalata di aragosta perchè a loro è piaciuta molto. Accettiamo volentieri il loro suggerimento.
L'equipaggio di Tamurè riprende il mare a bordo del loro gommone, si dirige verso una barca di navigatori amici con i quali - ci dicono - faranno una battuta di pesca. Ci diamo appuntamento più tardi. Mentre si allontanano - dopo vari pensamenti e ripensamenti - troviamo finalmente il modo per ringraziarli della loro cortesia e disponibilità. L'indomani dobbiamo purtroppo fare rotta su Tortola, la nostra vacanza è quasi terminata, abbiamo tantissime cose nella nostra cambusa. Le daremo a Kitty e Scott insieme ad una piccola aggiunta tipicamente italiana: ricetta ed ingredienti (che naturalmente abbiamo) per gli spaghetti alla amatriciana :-)
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Salutati Kitty e Scott, non indugiamo oltre, saltiamo a bordo del nostro tender e ci lanciamo alla scoperta di Anegada. Percorriamo questo caldissimo mare color acquamarina e raggiungiamo il molo di legno dell'hotel. Un cartello accoglie i visitatori: "Welcome to Anegada" - Benvenuti ad Anegada. Leghiamo bene il gommone e scendiamo a terra. Camminiamo verso il piccolo insediamento che si estende per quasi tutta la lunghezza della laguna. Ci sono diversi bar, ristoranti, alcuni negozietti di artigianato locale, la solita bottega di souvenir. Le costruzioni sono piccole e basse, alcune sono tutte di legno grezzo, altre sono dipinte nei più svariati colori pastello. Regna un'atmosfera di serenità e di felicità, i locali sembrano meno "serafici" che dalle altre parti delle BVI. Un omone nero ci saluta manco fossimo i suoi figli.
Immerse nel mare poco profondo, vediamo moltissime gabbie piene zeppe delle aragoste appena pescate: alcune di esse sono di dimensioni mai viste prima ! Ci pregustiamo la cena... Un pescatore - probabilmente il proprietario di uno dei vivai -si accorge del nostro interesse e ci regala un sorriso smagliante. Rimaniamo incantati.
Fa molto caldo, abbiamo fame e
sete. Ci sediamo ad uno dei tavoli di legno del bar-ristorante dell'albergo,
come consigliato dai nostri amici di Tamurè. Aspettiamo che qualcuno ci porti i
menù. Nessuno all'orizzonte... evidentemente abbiamo scelto il luogo più
serafico di tutta l'isola e i menù ce li andiamo a prendere da soli direttamente
al banco :-) Dopo una decina di minuti, un donnone viene a prendere le
ordinazioni: scegliamo naturalmente l'insalata di aragosta, acqua naturale e
birra del Caribe. Mentre aspettiamo il nostro pranzo, riprendiamo con la
videocamera la
splendida
vista sulla laguna: le barche alla fonda, il mare celeste, la barriera
corallina, le mangrovie, il moletto di legno ed un pellicano che effettua un
paio di virate acrobatiche, atterra sull'insegna di benvenuto e decide di
appisolarsi appollaiato proprio lì.
Mentre ci divertiamo a tenere sotto controllo il pellicano che sonnecchia, arrivano le nostre ordinazioni. Le insalate sono effettivamente buonissime e le mangiamo con gusto. Chiediamo il conto, nessuno all'orizzonte... ci alziamo e paghiamo direttamente al banco :-) Dopo pranzo, decidiamo di effettuare un breve giro turistico dell'isola a piedi.
Visitiamo il villaggio, il negozio di souvenir dove una normalissima t-shirt di cotone costa $35 e una polo $60, passiamo in rassegna tutti i ristoranti e alla fine individuiamo quello che ci interessa più di ogni altra cosa: il Potters By the Sea. Il locale si trova tutto a destra di Setting Point guardando la costa dal mare, è di un delizioso color rosa. Ci piace immediatamente, la sua veranda è letteralmente sul mare e subito ci informiamo per la cena della sera. Una ragazza ci accoglie e ci avverte che se vogliamo cenare con il loro piatto tipico - l'aragosta al barbecue - dobbiamo prenotare obbligatoriamente. In base al numero di ospiti sanno il numero esatto di aragoste da pescare (spettacolo !). Inoltre, dobbiamo trovarci lì rigorosamente alle 7 di sera. Non esistono altri orari. Costo del piatto singolo $40. Attenzione, il piatto consiste in un'aragosta del pacifico di circa 2 kg INTERA, non mezza. Facciamo due calcoli: $40 sono circa €32. In Costa Smeralda mezza aragosta del mediterraneo (qualche etto) ci costerebbe circa €100... e qui alle BVI siamo in uno dei posti più costosi del mondo. Prenotiamo all'istante.
Proseguiamo il tour a piedi, ma il
caldo è tale da farci desistere. Decidiamo di rinfrescarci un pò in mare e poi
continuare la
visita a bordo del nostro tender. Torniamo verso il molo, recuperiamo il gommone
e raggiungiamo Sea Rider. Facciamo il bagno e rimaniamo in pozzetto per un pò ad
asciugarci. Quindi ci armiamo di cappelloni, occhiali da sole, sandali,
magliette e pantaloncini, saltiamo ancora una volta sul nostro tender e partiamo
alla scoperta della famigerata barriera corallina di Anegada.
Siamo a corto di miscela per il fuoribordo e quindi dobbiamo fare tappa al distributore di carburanti che si trova subito dopo Setting Point. Accostiamo al molo facendo lo slalom fra le barche da pesca locali, qui veniamo serviti quasi immediatamente (??!) da un giovane caribe con un sorrisone stampato sulla faccia.
Con la "pancia piena", puntiamo subito verso East End e ci manteniamo a poca distanza dalla costa per poter osservare meglio il paesaggio. Il reef è immenso e bellissimo, alcune parti sono all'asciutto per l'effetto della bassa marea e piccoli volatili banchettano con i molluschi che si nascondono fra il corallo. Le mangrovie spuntano dal nulla. Scorgiamo tantissime piccole lagune interne, polle di acqua cristallina e fondali sabbiosi, senza trovare alcun modo per accedervi anche con il nostro piccolo gommone. Avvertiamo una certa frustrazione. Passiamo Nutmeg Point, Pearl Point e dirigiamo su Little Anegada. Ad un certo punto Ale si accorge che il reef si interrompe ed un piccolo, minuscolo, quasi invisibile passaggio conduce all'interno di una splendida laguna interna.
Rallentiamo,
puntiamo verso l'imboccatura del canale ed entriamo. Il fondale si abbassa
repentinamente e ben presto dobbiamo spegnere ed alzare il fuoribordo. Per un pò
proseguiamo con l'abbrivio, poi ci aiutiamo con i piedi. Raggiungiamo il centro
della piccola laguna e ci fermiamo. Probabilmente sotto la nostra chiglia ci
sono 2 o 3 centimetri di acqua ! Rimaniamo immobili ed in silenzio, immersi nei
profumi, nei colori e nella bellezza di questa incredibile isola.
Tre piccole tartarughine ci fanno compagnia: le loro testoline spuntano fuori dall'acqua e i loro occhietti ci tengono sotto controllo. Sono davvero piccole, le più piccole che abbiamo incontrato nel corso delle nostre navigazioni. In questa laguna isolata sembrano abbastanza protette dai grandi predatori e anche dagli uccelli, questi ultimi affaccendati a zampettare e a cercare bocconcini succulenti sul reef. Ci domandiamo quanti giorni di vita possano avere queste creaturine, sicuramente a sufficienza per essere abbastanza furbe, ma ancora troppo pochi per affrontare il mare aperto e le sue insidie.
"Pedaliamo" verso il canale per uscire dalla laguna e proseguire il nostro tour. Appena fuori, accendiamo il motore e iniziamo a muoverci. Un gommone che fila come un missile verso la punta estrema ad Est di Anegada incrocia la nostra rotta. A bordo del missile ci sono due uomini, uno di questi è Scott: indossa una muta blu. "La battuta di pesca con gli amici è iniziata !" ci diciamo :-) Auguriamo loro buona fortuna e andiamo avanti. Costeggiamo fino alle 4 del pomeriggio circa, poi decidiamo di tornare verso Sea Rider per riposarci e rinfrescarci un pò: il calore del sole è insopportabile nonostante la nostra pelle vanti ormai una bella abbronzatura caraibica.
Facciamo dietro-front e acceleriamo: smotoriamo allegramente fino alla nostra barca, ma non appena la raggiungiamo ci rendiamo conto di non aver ancora esplorato la lunga spiaggia che da Setting Point arriva a West End. OK, si va ! Lanciamo il nostro gommone verso ovest ed in breve tempo raggiungiamo la spiaggia.
L'atterraggio non risulterebbe molto complicato per via dell'onda di risacca che ci aiuterebbe a planare fino a riva, ma capiamo che le cose si metterebbero male al ritorno. Riportare il gommone ad una giusta distanza dalla riva, evitare i coralli, saltare a bordo, il tutto in mezzo alla forza del mare è pericoloso. Inoltre daremmo il via ad uno spettacolino stile fantozziano per tutte le imbarcazioni in rada... Ok, non atterriamo con il gommone e procediamo a velocità ridotta verso West End.
Ad un certo punto, scorgiamo un punto in cui il mare fa una piccola ansa ed è più protetto dall''estrema punta di Anegada. Qui la forza della risacca è molto poca e decidiamo di provare ad atterrare in quel punto. Ce la facciamo. Passeggiamo sulla striscia di sabbia corallina per una decina di minuti, qualcuno ha costruito una scultura futuristica con pezzi di metallo in mezzo alle mangrovie... non ci piace poi tanto, stona un pò con il paesaggio circostante. La sabbia è morbida e calda, proseguiamo la nostra visita fino all'estremità ovest di Anegada e ci soffermiamo per un pò ad osservare il mare aperto e i grossi pellicani che compiono lente perlustrazioni della superficie spiegando le loro immense ali.
E' pomeriggio inoltrato, vogliamo fare un altro bagno prima di prepararci per la cena. Ancora una volta recuperiamo il gommoncino e smotoriamo fino alla nostra barca. Assicuriamo il tender al pulpito di poppa e cominciamo a divertirci effettuando tuffi acrobatici dallo specchio di poppa.
Da Tamurè si stacca il tender con Scott a bordo e ci raggiunge. I nostri amici hanno organizzato una cena con gli altri navigatori in un ristorante dove per $15 ti preparano un pasto completo. Siamo davvero spiacenti di informarli che noi abbiamo già prenotato presso il Potters by the Sea per farci un'aragosta sul barbecue. Anche Scott ha valutato questa possibilità scartandola subito dopo perchè ritiene che 40 dollari per un'aragosta siano troppi. "Sapete" - ci racconta - "in Polinesia e alle Fiji ce le regalavano" (e sì... grazie....), "e poi noi non siamo in vacanza come voi, ogni centesimo risparmiato è il benvenuto". Dal loro punto di vista hanno perfettamente ragione.
Prima di salutarci, raccontiamo che purtroppo l'indomani per noi è giorno di rientro, ma che desideriamo averli a bordo in mattinata per un ultimo drink e per un regalo: la nostra cambusa. Gli occhi di Scott si illuminano, ci ringrazia mille volte e ci dice che riferirà a Kitty, ma che sicuramente accettano senza indugio la nostra offerta.
Scott si allontana e noi ci prepariamo per la cena. Mentre attendiamo il giusto momento per guadagnare la riva, ci rilassiamo in pozzetto e ammiriamo uno dei più strepitosi tramonti caraibici mai visti fino ad adesso. Il sole comincia ad abbassarsi, prima lentamente, poi pare acquistare velocità. Il cielo è limpidissimo, non una nuvola. Esplode letteralmente in mille sfumature di rosso, arancione, giallo, oro. Il tender di Tamurè si stacca di nuovo, Kitty e Scott sono a bordo, pensiamo stiano andando a terra per la cena. Invece accostano a Sea Rider e ci gridano: "Look at the sun ! Look at the sun !" (Guardate il sole, guardate il sole !). "Oggi è la giornata giusta per poter cogliere il mitico raggio verde !", l'ultimo lampo di luce emesso dalla nostra stella prima di sparire dietro l'orizzonte. In particolarissime e speciali condizioni meteo, questo lampo è verde smeraldo. E' inutile dire che si tratta di un evento rarissimo, come è inutile sottolineare che Kitty e Scott sono riusciti a vederlo almeno tre volte...
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Max afferra la videocamera, Ale la macchina fotografica. Kitty e Scott - da parte loro - si dirigono a bordo del tender verso ovest, superando tutte le barche in rada e spegnendo il motore vicino a West End. Li osserviamo con ammirazione: navigano da tanti anni, hanno visto ciò che di più bello offre il nostro pianeta e sono lì, tutti e due così affiatati, in trepidante attesa del raggio verde (già visto fra l'altro), immobili con gli occhi fissi sul sole che scende nel cielo, capaci di emozionarsi ancora e ancora davanti alla natura... no comment.
Il sole tocca il mare e i colori si fanno ancora più intensi. Immortaliamo questo meraviglioso tramonto sulla baia di Anegada in silenzio, ma il raggio verde non arriva, peccato.
E' quasi ora di scendere a
terra, un piccolo uccelletto atterra prima su uno dei tubolari del nostro
tender, poi sul pulpito, infine sul
coperchio del barbecue portatile che tutte le barche di Moorings hanno
installato a poppa. Non ha affatto paura di noi ed i suoi occhietti ci osservano
incuriositi. "Hai fame ?" - chiede Ale al piccolo volatile. Prendiamo gli ultimi
cracker che abbiamo a bordo, li sbricioliamo finemente e li offriamo
all'uccellino spargendoli sul coperchio del barbecue. Non fa una piega, non si
spaventa e comincia a beccare e a mangiare con gusto spazzolando tutto quanto.
Lo lasciamo digerire tranquillo per qualche minuto, poi - serafico come è
arrivato - vola via bello sazio.
E' ora di andare all'appuntamento con le aragoste ! E' buio ormai, ci armiamo di torcia portatile e lanciamo il nostro tender verso il piccolo dinghy dock presente proprio davanti al Potters by the Sea. Saltiamo a terra e raggiungiamo il ristorante. Senza la luce del sole la terrazza del locale è illuminata da centinaia di piccole lucette tutte colorate. La terrazza è stata costruita attorno ad alcune palme presenti sulla spiaggia, i loro tronchi snelli sono tutti addobbati con piccole luci verdi, rosse e rosa. Due fenicotteri rosa di plastica, tutti illuminati e semoventi danno un tocco kitsch al ristorante, ma ci fanno sorridere. I tavoli sono una festa di colori e come sottofondo la musica caribe completa l'ambiente.
Veniamo
accompagnati al nostro tavolo ed ordiniamo da bere: Max non resiste ed ordina un
Margarita :-). Alla nostra destra, in una parte attrezzata del locale, scorgiamo
i barbecue e le aragoste messe a cuocervi sopra. Ci alziamo e, muniti di
videocamera, chiediamo agli uomini che preparano le aragoste se possiamo
riprendere tutte le operazioni di preparazione delle aragoste e di cottura.
Veniamo accolti calorosamente, con sorrisi smaglianti.
Le aragoste vengono divise in due metà, il carapace e parte della polpa vengono ricoperte di carta stagnola per evitare che il calore secchi il tutto e quindi poste sul barbecue con il coperchio chiuso. La cottura deve essere lenta per cui la brace va preparata per tempo e nella giusta quantità. Riprendiamo il tutto con dovizia di particolari, ringraziamo tutti quanti, in cambio riceviamo sorrisoni, strette di mano e pacche sulle spalle.
Tornati al nostro tavolo, attendiamo l'arrivo della cena cercando di non pensare alla fame e all'acquolina che lo spettacolo dei barbecue ci ha fatto aumentare in maniera esponenziale :-)
Arrivano i piatti con le aragoste: le aspettative non vengono deluse. Due grosse aragoste, tagliate a metà e perfettamente cotte, troneggiano al centro dei nostri piatti ! Non possiamo non scattare alcune fotografie per immortalare l'evento ! Ci lanciamo a capofitto sulla nostra cena, le aragoste hanno un sapore sublime... le divoriamo letteralmente. Siamo soddisfatti della nostra scelta, per 40 dollari ne è valsa davvero la pena.
Un distinto uomo di colore, dal corpo perfetto, vestito con un abito di lino candido e perfettamente stirato gira fra i tavoli parlando con gli ospiti del ristorante. Quando raggiunge anche noi, scopriamo che l'uomo è il proprietario del locale. Ci saluta con una cortesia che lascia senza fiato, ci chiede da dove veniamo e se siamo qui in barca, i nostri progetti. Si informa se abbiamo gradito la cena e se anche il servizio è stato di nostro gradimento. Scorgiamo sincero piacere nei suoi occhi quando gli rispondiamo che ne siamo rimasti deliziati. "Tornate a trovarmi, io mi ricorderò di voi"- ci dice congedandosi.
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Mannaggia alla nostra maledetta pigrizia, ci diciamo ancora una volta, dovevamo lasciare Virgin Gorda prima !
Lasciamo il Potters by the Sea con tanta, ma tanta malinconia. Facciamo una passeggiata sulla spiaggia per prendere un pò di fresco, quindi indossiamo le ceratine leggere contro l'umidità, accendiamo la torcia e mettiamo in moto il nostro gommone. Presto siamo di nuovo a bordo di Sea Rider, rimaniamo un pò in pozzetto cercando di scacciare il pensiero che l'indomani è il penultimo giorno di vacanza e che presto dovremo ritornare al freddo, chiusi in una stanza, davanti ad un computer... che tristezza infinita...
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Una splendida luna illumina la notte, ci godiamo gli ultimi momenti notturni, ripensando alla nostra giornata: che splendida avventura, una delle più belle ed intense della nostra vacanza. Anegada è davvero bellissima e meriterebbe lei da sola una sosta di almeno 3 giorni per poterla visitare tutta e ripetere l'appuntamento con le aragoste. Maledetta la nostra pigrizia...
Buona notte.
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